Cartoni imperdibili e non solo per piccini

KIKI – Consegne a domicilio, di Hayao Miyazaki (1987)
La miniera d’oro va esaurendosi, visto che solo a metà anni 2000 l’Italia si è accorta di questo genio dell’animazione giapponese e mondiale, tanto che si è man mano iniziata a distribuire nelle sale tutta la sua vecchia produzione. Con Kiki le scorte si stanno esaurendo, visto che il cartone in questione era già uscito in Dvd a inizio secolo, ma poi per problemi della casa distributrice non ha mai avuto una vera e propria diffusione. In ogni caso, un Miyazaki minore è pur sempre un grande cartone. Kiki è un’aspirante streghetta (gli appassionati di cartoni animati d’annata sanno già che sono creaturine simpatiche, carine, tenere e un po’ impedite, nulla di malvagio o chissà cosa) che va a fare “tirocinio” in una metropoli, allontanandosi dal paese natio. Visto anche come metafora del passaggio da paese a città, da infanzia a gioventù e non ultima da povertà a benessere, la nostra protagonista incontrerà una simpatica serie di inconvenienti che dovrà affrontare per diventare una vera e propria strega. Uno degli elementi di maggior fascino è rappresentato da questa metropoli europea inventata, si legge modellata tra Stoccolma e Lisbona, che rappresenta ciò che da sempre ha affascinato il regista : la vecchia Europa. La storia ha il pregio e il difetto di essere completamente lineare, le difficoltà non sono mai costituite da mostri o rapimenti, ma tutti legati allo smarrimento, all’ambientazione che una ragazzina deve affrontare in queste situazioni. Un film delizioso, ancora una volta adatto sia a grandi che piccini, che rivede e rinnova con freschezza e fedeltà il mito della strega, aggiungendoci un tocco di tenerezza che lancia la piccola Kiki nell’olimpo dei nostri personaggi più cari. Al cinema, finalmente.

MEMORIES, di Katsuhiro Otomo (1995)
Pur essendo uscito da anni in Dvd da una major, Memories in Italia è un cartone animato sconosciuto. Eppure le premesse per un grande successo c’erano, visto che il precedente lavoro del regista Otomo era quell’Akira che molto prima di qualsiasi Miyazaki era uscito nelle sale quasi in contemporanea col Giappone e il mondo intero. Però l’Italia, paese che concepisce il cartone animato come arte riservata ai bimbi, non capì quel capolavoro, un thriller visionario e fantascientifico, riservato al massimo (anzi, al minimo) a dei ragazzi cresciuti e consapevoli. Con Memories, opera in 3 episodi (di circa tre quarti d’ora l’uno) in cui l’autorialità di Otomo raggiunge livelli ancora più alti. 1. Magnetic Rose è basato su un racconto dello stesso regista, ed è una sorta di Solaris animato; 2. Stink Bomb, il più dichiaratamente comico, parla di come un giovane chimico si trasforma in una bomba batteriologica ambulante; 3. Cannon Folder, il capolavoro, uno dei punti più alti dell’animazione di tutti i tempi, parla di un popolo che combatte una guerra con un nemico che non si vede mai: girato con un unico piano sequenza, il film rappresenta una palese ma affascinante e commovente parabola pacifista di come un popolo spesso accetti  di combattere una guerra pur non sapendo chi combattere. Dei tre, l’ultimo è l’unico diretto dallo stesso Otomo, autore anche in seguito di grandissimi lavori quali Metropolis (solo sceneggiatura, 2001) e Steamboy (2004). Diversissimo da Miyazaki per temi, stile e grafica, l’invito è di conoscere  questo regista iniziando con Memories, composto due chicche e una gemma. Imperdibile.

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