Classici in vetrina, nell’era del digitale

Con l’avvento del proiettore digitale, le case di distribuzione hanno la possibilità di fare qualcosa che già agli albori dei Dvd succedeva spesso: fare uscire classici in edizione cosiddetta “rimasterizzata”.
Animal House (John Landis, 1978)
Entrare in sala e vedere solo un piccolo ma entusiasta pubblico per uno dei grandi classici del nostro cinema, fa venire mal di stomaco. Animal House non è una semplice commedia, ma un film che ha catturato più generazioni, facendo immedesimare milioni di giovani nei suoi stralunati protagonisti. Perchè nelle vicende del Gruppo Delta del college, sono i personaggi a fare la storia: dal leggendario Bluto Blutarsky (John Belushi, che tu possa avere una seconda vita e gloria eterna), passando per l’impeccabile e impareggiabile Otter Stratton, fino ad arrivare ai giovani Pinto Krooger e Sogliola Dorfman. Un film che ha inaugurato un genere, che ha lanciato mode, e che addirittura ha coniato sia nuovi motti che eccentrici modi di dire (lasciamo al lettore la banale scoperta). Un film che al tramonto degli anni 70 è riuscito a salvare il suo popolo dai bui anni 80, per riposizionarlo agli inizi degli anni 60, a colpi di Louie Louie, Shout, Money e tanta allegria. Un gioiello da tramandare in scuole, piazze e famiglie, uno dei capolavori assoluti del cinema. Gira una versione in Dvd ridoppiata: evitate e cercate meglio in rete.
Il delitto perfettoDial M For Murder (Alfred Hitchcock, 1954)
Il nervoso viene quando, spesso, si legge di Hitchcock come del “maestro del brivido”, quando chi abbiamo davanti è uno dei tre-quattro Maestri di Cinema di tutti i tempi. Nel celebre libro-intervista di Truffaut, il Maestro glissava su questo film, che ha un titolo italiano che è entrato nell’immaginario collettivo, ma che in originale voleva dire ben altro (difficilmente traducibile, ai tempi da noi non c’erano le lettere nei telefoni). Per chi non lo conoscesse, il film parla di come un marito cerca di progettare il delitto perfetto ai danni di una moglie (la divina Grace Kelly) ricca ma fedifraga. Caro Hitch, come ti sbagliavi: Dial M è uno dei tuoi film più belli, riusciti, semplici ed entusiasmanti, nonché uno dei migliori thriller di tutti i tempi. Ciò che spaventa, però, non è colpa tua: il film verrà presentato nella settimana del 14 ottobre in tre dimensioni, e questo davvero potrebbe esserne il delitto perfetto. O magari invece il cacio sui maccheroni. Al pubblico l’ardua sentenza, al grande regista inglese gli onori e il merito assoluto: sappiate che nessuno ha mai eguagliato la sua cinematografia, nessuno. A parte…
Paura e desiderio (Stanley Kubrick, 1953)
A parte Stanley Kubrick, il Sovrano. Che in quegli anni però era indietro rispetto a Hitch, perchè questo sua primissima opera sembra più un saggio di fine scuola di cinema (mai frequentate da Kubrick) che un film vero e proprio. Le vicende di un gruppo di soldati che incontrano una donna del luogo, in una guerra di cui nulla è importante sapere, sono banali. Ma il tocco del Supremo si vede, soprattutto nei volti dei suoi protagonisti, convincenti solo nei silenzi dei primi piani, cui spesso sono oggetto. Un film mai riconosciuto e voluto dal regista, diffuso solo quest’anno nelle sale, quando il diretto interessato purtroppo già da 14 anni non può dir nulla in merito. Uscito fugacemente nelle sale, disponibile in Dvd in una bella edizione restaurata.

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