Con l’uscita di The Ward, un dovuto omaggio al maestro del cinema John Carpenter

A dieci anni di distanza dal bellissimo Fantasmi da Marte, esce in questi giorni il nuovo film del maestro dell’horror e della fantascienza, John Carpenter: The Ward. Ripercorriamo insieme alcune tappe fondamentali del regista. Di Dark Star se n’è parlato proprio su queste pagine poche settimane fa, mentre un cult che è caduto un po’ nell’oblio è certamente il suo secondo film, Distretto 13 le brigate della morte (1976), il capolavoro invisibile di Carpenter.
Inedito per molti anni, il film parla di un assalto a un distretto di polizia dismesso da parte di una banda di criminali. Ispirato da Un dollaro d’onore, il film infatti è un vero e proprio western metropolitano, un horror senza elementi sovrannaturali che gioca perfettamente con la suspense e inquieta e terrorizza  come un incubo notturno, che Carpenter saprà ripetere a grandissimi livelli con il suo film più famoso, 1997 fuga da New York. Già da Distretto 13, le colonne sonore, musicate dal regista stesso, costituiranno un valore aggiunto alle sue opere. Nel 1978 John Carpenter dà vita a uno dei serial killer più famosi del cinema, realizzando il primo, mitico Halloween. Influenzato da Argento e ancor di più da Bava, con questo film si diffonde in tutto il mondo il genere “slasher”, in cui un maniaco omicida miete numerose vittime con un’arma da taglio. Un genere che ha avuto molti seguaci. Dopo un altro horror di grande impatto, Fog, e la già citata fuga da New York, nel 1982 John Carpenter realizza il suo capolavoro visibile: nato come remake di un classico della fantascienza anni ?50, La cosa s’impone presto come horror a sé stante, come vera e propria novità nel campo del cinema di genere. Intanto, l’ambientazione: l’Antartide, terra fredda e affascinante, poco esplorata sia dall’uomo che dal cinema stesso, realtà o finzione che sia. Una creatura aliena che si introduce all’interno di vite umane per distruggerle fa immediatamente venire in mente l’Alien di Ridley Scott, ma c’è senza problemi posto per entrambi nella storia del cinema. E poi La cosa ha veramente uno dei finali più belli di sempre. Il carpentiere del cinema ci prende gusto con l’horror e porta sullo schermo Christine di Stephen King, non sfigurando assolutamente nel confronto col best seller. La passione per lo scrittore horror gli salverà poi la carriera a metà anni novanta, con il bellissimo Il seme della follia (1994), film non tratto da uno specifico romanzo, ma che costituisce di fatto un omaggio a 360 gradi a tutta la bibliografia kinghiana, e non per niente lo scrittore misterioso protagonista, Sutter Kani, ha quelle iniziali che ricordano qualcuno… Nei dodici anni che intercorrono tra un King e l’altro, Carpenter ha realizzato un’altra serie di cult movie riconosciuti soltanto di recente: su tutti Grosso guaio a Chinatown, avventura comico-trash-fantascientifica condita da grande ironia, il bell’horror Il signore del male e soprattutto il suo film più politico: Essi vivono, in cui un paio di occhiali mostrano che nella società odierna la pubblicità contiene messaggi subliminali e che i dirigenti ben vestiti non sono altro che alieni che vogliono conquistare il mondo. Chiaro? Senza rovinarvi la wiki-ricerca di tutti i titoli omessi, ricordatevi però bene l’invisibile degli ultimi anni: Cigarette Burns, da non perdere.

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