Correte a vedere l’omaggio a Hollywood del grande Bogdanovich

Tutto può accadere a Broadway (di Peter Bogdanovich, 2014)
Izzy, famosa attrice ed ex escort, racconta la storia della sua scalata al successo, e di come tutto nacque grazie alla generosità di un ricco, famoso, e soprattutto eccentrico regista. La trama finisce qui, perché come sempre non va svelata essendo bella corposa e succulenta. E se queste due semplicistiche righe non vi hanno convinto a vedere una delle grandi delizie del 2015 (in realtà il film è dello scorso anno, e fu presentato anche al Festival di Venezia), ci penserà il resto della recensione. Lasciamo subito perdere il titolo italiano, che a livello semantico descrive benino lo spirito del film, ma che snatura l’originale She’s Funny That Way, che al di là della semplice traduzione, è anche il titolo di una canzone degli anni ’30. E partendo da She’s Funny, e attraversando tutto il novecento, Bogdanovich (che non è uno qualunque, ma ci arriviamo) costruisce un meraviglioso omaggio al bel cinema di Hollywood che ha formato prima lui (ha 76 anni), poi tutti noi. La pietra angolare della pellicola è Fra le tue braccia, romantico film di Lubitsch del 1946, a cui il regista “ruba” la battuta principale, nonché filo conduttore del lavoro: “scoiattoli con la testa di rapa”, letta così non vi dirà nulla, ma in realtà diventa presto un vaso di pandora di risate e situazioni equivoche. Continuando in questo “viaggio” nel cinema del novecento, incontriamo Colazione da Tiffany, il cui spirito e la sua leggerezza aleggiano soprattutto nella prima parte di una vicenda, che col passare dei minuti prende la forma molto precisa del miglior Woody Allen in un gioco serrato di dialoghi, situazioni e personaggi caricaturali e irresistibili. Siamo infatti arrivati in un’epoca precisata del novecento, ed è proprio in questo periodo non dichiarato che la vicenda si svolge, e accanto ai protagonisti prendono forma una moglie tradita, un attore traditore, un giudice maniaco, un investigatore imbranato, uno scenografo dolcissimo e una psicanalista da analisi. In novanta minuti si sorride di continuo, si ride spesso anche se la storia è così garbata da non volersi mai trasformare in un film puramente comico. Una deliziosa commedia d’autore perché Peter Bogdanovich fa parte dei grandissimi di Hollywood, e se non avete mai visto L’ultimo spettacolo vi prego rimediate subito, per poi passare a Paper Moon, E tutti risero, Dietro la maschera e concludete col minore ma prezioso Texasville. Ma anche il cast non è da meno, tra i protagonisti troviamo la deliziosa e non famosa Imogen Poots, e il collaudato Owen Wilson, che visto recentemente nell’alleniano Midnight in Paris, crea un ulteriore punto di contatto tra i due mondi. Ma è forse nei personaggi di contorno che abbiamo il meglio, sia nell’irresistibile e autoironica Jennifer Aniston, sia soprattutto in quello che per me è il vero mattatore del film: il gallese Rhys Ifans è una specie di versione più brutta, sporca e selvaggia di Hugh Grant, tra l’altro suo coinquilino in Notting Hill,  e il suo attore famoso e farfallone buca letteralmente lo schermo! L’omaggio del regista al grande cinema che lui stesso ama continua fino alla scena finale, con una graditissima sorpresa che dovete fare in modo di non scoprire prima, che chiude il cerchio della sua visione del cinema, in un film tanto semplice quanto perfetto. Correte tutti a vederlo!

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