Dal Besson solo per amanti di fumetti al Coppola che è “già visto”

Lucy (di Luc Besson, 2014) Provaci ancora Scarlett. Dopo il qui stroncato Under The Skin, la presunta sex symbol dei nostri tempi, che in realtà si è quasi sempre rivelata un’attrice brava e adeguata alle sue parti (indimenticabile in Lost in Translation, di Sofia “vedi sotto” Coppola), si cimenta ancora in campo fantascientifico, solo che la mano sulla macchina da presa è quella del veterano Luc Besson, regista-spettacolo degli anni novanta (un tantino sopravvalutato, ai tempi), che da qualche anno bada soprattutto a divertirsi e a godersi fama e soldi (dategli torto) realizzando film leggeri e innocui, come 3 Days To Kill, qui recensito. Lucy è una studentessa che vive a Taiwan che viene suo malgrado coinvolta in un traffico di droga internazionale, e fin qui ne abbiamo lette a miliardi di trame così. Ma quello che succede dopo, che qui gentilmente non sveliamo, ne rende un film ben diverso dai soliti action movie, virando sulla fantascienza. Dopo un’ora di divertimento senza pensieri però, il film inizia a prendersi un po’ troppo sul serio, cercando il senso della vita a mo di 2001 kubrickiano, che però è di ben altro livello. L’opera risulta quindi ambiziosa e un po’ troppo pretenziosa, dove è davvero labile il confine tra film filosofico e fesseria; tutto bene invece per la nostra Scarlett, qui convincente e più sexy che altrove. Consigliato solo agli amanti del genere, dei fumetti e dei cartoni fantascientifici, dove questa storia avrebbe trovato una dimensione assolutamente e straordinariamente ideale.
Palo Alto (di Gia Coppola, 2013) Si, avete letto bene: Coppola. Da un ramo non cinematografico della famiglia, Gia è pronipote di Francis Ford e nipote di Sofia, ed è di fatto il quarto componente della dinastia (il fratello di Sofia, Roman, ha girato due ottimi film inediti in Italia) a cimentarsi dietro la macchina da presa. Per il suo debutto nel lungometraggio (dopo una breve carriera nei videoclip), la 27enne Gia ha scelto l’omonima raccolta di racconti di James Franco, coinvolto sia tra i protagonisti che tra i produttori. La storia è incentrata su due adolescenti, Teddy e April, alle prese con problemi di alcol e violenza (il primo) e di sesso (la seconda) e il loro drammatico sviluppo ambientato nella cittadina californiana di Palo Alto. Il cast è eccellente, perchè accanto a James Franco e a un cameo di Val Kilmer, ci sono due tra i giovani attori più importanti del momento: Emma Roberts, nipote (molto ribelle) di zia Julia e Nat Wolff, protagonista di un ottimo 2014 grazie al qui recensito Comportamenti molto cattivi e al successo di Colpa delle stelle. A far compagnia ai due, il debuttante figlio d’arte (ed ecco perchè c’è il padre nel film) Jack Kilmer. La regista fa sua la lezione di cinema di zia Sofia ma si mette in un terreno minato dall’inflazione di film che in questi anni il fenomeno Donnie Darko ha generato; Palo Alto non è brutto, ha un bel finale, è girato bene e ha tutto in regola, ma non c’è una sequenza, una storia, una situazione che non sappia di “già visto”. Per chi ama le teen comedy/drama c’è buon pane per i suoi denti, ma purtroppo il pane quando è abbondante rischia di andare a male. Difficile che esca in Italia, è già un anno che esiste, ma in soccorso ci sono sempre i sottotitoli.

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