Dall’ultimo film croato al Cinema Komunisto…

Padre vostro (di Vinko Bresan, 2014)
Padre Fabijan è un giovane e grintoso prete di una piccola isola della Croazia, in cui la natalità è letteralmente crollata negli ultimi anni. Fabijan vuole combattere quella che secondo lui è una piaga e gli viene la brillante idea di bucare i preservativi acquistati dagli abitanti, grazie all’aiuto di commercianti, farmacisti e alchimisti. La situazione, manco a dirlo, gli scapperà di mano. Una bella commedia, divertente assai ma anche con momenti molto drammatici, che giunge (in forte ritardo) dalla vicina Croazia, che appresa la verve comica dello jugoslavo Kusturica, ci regala (8 euro) un modo diverso di ridere e sorridere, forse più nordico che slavo (Kaurismaki?). Padre vostro è un film che non ha quel ritmo e quel caos balcanici, ma con (a volte un pelo troppa) calma racconta una storia paradossale, surreale, come detto divertente ma dagli inevitabili risvolti tragici. Un film che nel suo apparire ordinato risulta essere completamente anarchico: così come la Chiesa viene giustamente demolita, non vengono risparmiate la cultura croata, gli inutili nazionalismi e i conflitti ancora non sanati tra i neonati stati slavi. Ci si affeziona subito al paesello e ai suoi irresistibili personaggi, che sono il vero punto di vista del film; e in qualche modo ci si lega a un protagonista perfetto nel suo ruolo caricaturale (e bravo il protagonista Kresimir Mikic, che somiglia un po’ ad Adrien Brody). Una commedia che qui sarebbe passata non solo inosservata, ma addirittura non sarebbe proprio giunta, se non fosse che in patria è diventato il secondo più grande incasso di tutti i tempi; un film non certo indimenticabile ma assolutamente azzeccato, un buon mix di risate (tante, all’inizio) e di situazioni drammatiche, nonché di una pungente critica alle tante pecche della società bigotta. Ergo, un film da vedere.

Frammenti di cinema dall’ex Jugoslavia
Il dramma vissuto da questo paese nel dopo-caduta del muro di Berlino è agli occhi di tutti, e la sua cinematografia risente pesantemente e giustamente della sua storia recente. Tralasciando il già noto capostipite Emir Kusturica, vediamo alcuni altri esempi. Ciò che stupisce e garba, è il tono spesso lieve ma non mancano gli esempi drammatici. No Man’s Land (di Danis Tanovic, 2001) ci mostra la guerra in maniera frontale, mentre lo stesso regista bosniaco attenuerà i toni cinematografici nella deliziosa commedia Cirkus Columbia (2010). La polveriera (di Goran Paskaljevic, 1999) pur con uno stile brillante, mostra il conflitto in maniera magnificamente drammatica. Il film più bello resta Prima della pioggia (di Milcho Manchewski, 1994), da ritrovare e riscoprire, mentre il più invisibile è il documentario serbo Cinema Komunisto, incentrato sulla figura di Tito e di come si è veicolato il cinema in questo paese: non un conflitto, ma certamente un’interessante premessa. E tanti altri.

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