Desconocido, adrenalina ad alto dosaggio, e il tragico e ironico Cold in July

Desconocido – Resa dei conti (di Dani de la Torre, 2015)
Spagna, thriller e sociale: la resa dei conti. Prima dell’estate abbiamo parlato qui dell’ottimo La isla minima, che col genere giallo parlava del post-franchismo del 1980. Desconocido è ambientato ai giorni nostri e parla della società delle banche, e soprattutto delle sventure dei risparmiatori. Il thriller dell’esordiente Dani de la Torre (cognome interessante) vede il direttore di filiale Carlos  ricevere una chiamata  mentre accompagna i figlia a scuola: nella sua auto c’è una bomba pronta a esplodere se non vengono esaudite le richieste del terrorista che gli sta telefonando. La situazione è originale e soprattutto attuale, e accompagna alla fortissima dose di adrenalina un percorso di analisi della società odierna; a livello di thriller il film è debitore verso certi modelli americani come Speed e soprattutto In linea con l’assassino (consigliatissimo), e crea un mix di tensione, adrenalina e sudore freddo davvero ad altissimo dosaggio. Un film quindi completo che fa pienamente il suo dovere di thriller, è ben girato e ha un ritmo che nei suoi 96 minuti di durata non lascia mai il tempo allo spettatore di guardare l’orologio. C’è da dire che il regista strizza l’occhio al convenzionale verso il finale, e in generale sfrutta in maniera un po’ ruffiana e “americana” il rapporto padre-figli. Leggerezze che gli si perdonano, perché si va a vedere Desconocido come alternativa alle montagne russe, senza pentirsi. I problemi principali sono arrivati varcando i nostri confini: oltre a un sottotitolo inutile e sciocco, il film, uscito già da qualche settimana, è stato purtroppo nascosto ben bene dai distributori emiliano romagnoli. Voi cercatelo, perché ve lo meritate.

Cold in July (di Jim Mickle, 2014)
Texas, 1989. Un uomo sorprende un ladro nel suo appartamento e, in preda alla paura, lo uccide pur non essendo stato in alcun modo aggredito. Nonostante i rimorsi, la polizia si schiera immediatamente dalla parte dell’uomo, gli concede molto facilmente la legittima difesa e chiude il caso. Il padre del morto è però appena uscito di prigione e vuole giustizia. Ma siamo sicuri che sia morto davvero suo figlio? Dal romanzo di Joe R. Lansdale, un thriller che bombarda lo spettatore di colpi di scena soprattutto nella prima parte e che poi man mano si trasforma in uno spietato ritratto della società americana dell’epoca. La trama è avvincente e si sviluppa in modo sempre più interessante, priva però di azione e particolari sussulti nel ritmo, caldo e cadenzato. L’ambientazione di fine anni ’80 è tutta dedicata alle vhs, che si riveleranno indispensabili per risolvere il caso e anche parte del cast lo è, visto che ci sono due icone come Don Johnson e Sam Sheperd. Il protagonista, invece è Michael C Hall, ingrassato e svestito dai panni di Dexter, assolutamente in parte nonostante la diversità col ruolo che lo ha reso celebre. Gli anni ottanta riecheggiano anche nella colonna sonora, composta dallo stesso regista, che con atmosfere realizzate con sintetizzatori (alla John Carpenter, per intenderci) accompagna le scene topiche. C’è del tragico, dell’ironico e del thrilling, in un film in cui sceneggiatura e recitazione prevalgono sull’adrenalina. Bella anche la metafora del titolo: infatti in Texas, a luglio, non fa mai freddo.

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