Due commedie di Leo, per visioni leggere

Che vuoi che sia (di Edoardo Leo, 2016)

Claudio e Anna sono una coppia felice ma precaria, lui informatico e lei docente, e questa instabilità lavorativa impedisce loro di fare progetti a lungo termine. Il tentativo da parte di Claudio di lanciare una nuova piattaforma web tramite crowfunding sembra non avere successo, finché durante una serata abbondantemente alcolica Claudio pubblica un video in cui la coppia promette un filmino hard, nel caso di raggiungimento della cifra richiesta. I contatti, le visualizzazioni e la raccolta fondi, ovviamente, subiscono un immediato e devastante aumento, superando abbondantemente i soldi che si erano prefissati di incassare.
Commedia diretta e interpretata (con Anna Foglietta) da un Edoardo Leo obiettivamente più in forma delle ultimissime e frequenti uscite, Che vuoi che sia poggia tutte le sue basi di commedia divertente, con critica sociale, sulla rete, il suo popolo e la sua eccessiva leggerezza a scapito di un serio approccio professionale. Il regista per una volta “emigra” dalla sua Roma, portandoci in una Milano lontana da quella benestante, accompagnato da gustosissimi personaggi di contorno come lo zio di Anna interpretato da un ottimo Rocco Papaleo. Non il miglior film di Leo, ma una commedia non banale pur restando su piani di assoluta leggerezza.

I migliori giorni (di Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, 2023)

Film a episodi, come nella più classica delle tradizioni della commedia all’italiana, ambientata in quattro giornate molto classiche: Natale, Capodanno, San Valentino e 8 Marzo. Nel primo episodio, molto di attualità, una cena politica di Natale viene disturbata dalle continue liti tra due fratelli, uno fresco di terza vaccinazione Covid, l’altro No-Vax. A Capodanno un ricco imprenditore partecipa a una cena in una mensa di poveri, ma l’atto di facciata si rivelerà un boomerang. Per la cena di San Valentino, l’infedele Gianni porta fuori sia la moglie che l’amante, che ha una compagna che a sua volta subisce le avances della moglie di Gianni, dando vita a un intreccio senza fine. L’episodio dell’8 Marzo è ambientato nel mondo della televisione e una conduttrice deve scusarsi per un servizio andato in onda il giorno prima.
Il film nella sua complessità è gradevole da seguire e punta il dito verso piaghe sociali, alcune molto recenti; lo fa mostrandolo in maniera reale e divertente, ma decide (come spesso accade con questi autori) di non affondare il colpo e lasciare la cattiveria troppo spesso sullo sfondo. Si sorride spesso senza ridere mai, si osservano dei fenomeni reali, senza che i loro protagonisti ne paghino le conseguenze. La commedia tiene, il film sociale no; il ritmo c’è, la cattiveria meno. Sufficiente per una serata in relax, insufficiente per essere ricordato a lungo.
Entrambi in streaming, questo forse anche in qualche arena.

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