Fra cialtronaggine e autoironia, con Kick-Ass il divertimento è assicurato

Kick-Ass (Matthew Vaughn, 2010)
1) prendete Gli incredibili, trasformatelo in un film con attori in carne ed ossa e affidate la storia a un Tarantino; 2) prendete un qualsiasi film di questi anni dove il protagonista è un adolescente sfigato che non riesce a conquistare la sua bella e che si trincera spesso davanti a un computer senza neanche fondare un social network.  Unite i due ingredienti, metteteci un’abbondante dose di cialtronaggine e autoironia ed avrete una vera e propria bomba del divertimento: Kick-Ass. Ispirato a una striscia di fumetti dell’americano Mark Millar, il protagonista del film non è un eroe come Scott Pilgrim (l’altro geniale film-fumetto della stagione), ma un nerd senza alcuna capacità fisica di sconfiggere il male. Ma il suo sfrontato coraggio lo porterà, suo malgrado, ad essere eroe per caso e personaggio “sulla tastiera di tutti”, grazie a un video che circolerà in rete. Questo risveglierà ben altri supereroi, combattenti del male che si insinua nella città. Difficile trovare a Kick-Ass dei difetti, a parte la durata (2 ore): detto della sceneggiatura, un grande merito va al variopinto e irresistibile cast, dal protagonista semi-esordiente Aaron Johnson al mitico Nicholas Cage, eccellente nei panni del surrogato di Batman. Ma la star è Chloe Moretz, che irrompe in scena alla “killbill”, imponendo una presenza che buca incredibilmente e inesorabilmente lo schermo lasciando un segno indelebile al film. Non male, per una tredicenne. Menzione doverosa e speciale per due grandissimi comprimari: il magico Christopher Mintz-Plasse, già “eroe” sfortunato in SuXbad, e Clark Duke, che per chi è appassionato del telefilm Greek, è un guru del cinema moderno. Il film è nelle sale, uscito con un anno di ritardo. Giusto per distinguerci.

Four Lions (Christopher Morris, 2009)
Il tema per fare una parodia è quasi tabù: il fondamentalismo islamico e il pericolo attentati. Four Lions parla di uno scalcinatissimo gruppo di pakistani che decidono di compiere un attentato kamikaze a Londra durante la maratona, con tanto di addestramento iniziale nei campi di Al Qaeda per due di loro. Morris è bravissimo e riesce non solo a realizzare un film davvero divertente, ma crea ed offre uno spaccato di vita contemporanea verosimile e amaro, in cui nessuno dei personaggi, nessuna delle fazioni rappresentate del film ne escono in modo positivo. Da un lato, i jihadisti ma anche i fratelli musulmani ortodossi vengono presi per bene di mira, dall’altro la società occidentale, dai media alle forze dell’ordine, passando per la gente comune, ne esce con le ossa rotte. Tutta la storia, però, è permeata da un equilibrio sorprendente, che solo un’opera prima e fresca può dare: intendiamoci, il film potrebbe creare molte polemiche (in patria il progetto è stato rifiutato sia da BBC che Channel 4), soprattutto in un paese, il nostro, dove commedie come Juno vengono scambiate dall’intellettualoide di turno come manifesti anti-abortisti. Divertente dal primo all’ultimo (soprattutto) minuto, da vedere assolutamente. In Italia? La sorpresa non è scoprire che è ancora inedito, ma quanto che è stato acquistato e verrà probabilmente distribuito in sala. Però magari d’estate, che se no ci si turba troppo. Per ora, dvd inglese già uscito e disponibili in rete i sottotitoli italiani.

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