Il Maestro, sua moglie e i capolavori da rivedere

HITCHCOCK, di Sacha Gervasi (2013)
Come Hitchcock ha realizzato Psyco (ricordiamo che al titolo italiano tolsero l’acca originale) è sia il saggio da cui il film di Gervasi ha preso spunto, sia un valido sottotitolo che ben riassume la trama del film. La storia della travagliata realizzazione di quello che è forse il film più famoso del Maestro del brivido (sarebbe più corretto “Maestro” e basta) viene portata con abilità sullo schermo, soprattutto grazie a un cast da brividi: al mitico Anthony Hopkins viene data in moglie una fantastica Helen Mirren, come attrici per il suo film Scarlet Johansson e Jessica Biel, e per i più curiosi appare anche l’ex Karate Kid Ralph Macchio. Il film focalizza tantissimo su Alma Reville, moglie di Hitchcock, il cui ruolo oscuro (soprattutto in Italia) ma essenziale nell’opera del marito viene qui esaltato e omaggiato, portandola addirittura nella posizione di protagonista del film. L’ossessione per le bionde e la gelosia verso un’amicizia un po’ troppo vicina, rischiano di rubare spesso la scena ai ben più interessanti e inquietanti rapporti di Hitch con il suo lato oscuro, ben rappresentato da sogni e attitudini. Fortunatamente il film riesce a mantenere l’equilibrio, tra vita privata e professionale del regista, tanto che il ritratto a conti fatti è divertente, interessante e coinvolgente al di sopra delle aspettative. Bellissimi incipit e finale in cui il finto Hitchcock presenta la vicenda come se fosse un suo telefilm, una storia in cui scopriamo che Psycho è ispirato alle gesta di un serial killer, Ed Gein, realmente esistito, e che all’alba degli anni sessanta né la produzione, né il pubblico erano pronti per un film di così forte impatto orrorifico. La celebre scena della doccia, pietra di un doppio scandalo, sessuale e omicida, campa saldamente al centro della realizzazione, ed è protagonista della scena più bella del film, quando verso la fine Hichcock segue a modo suo la prima della sua creatura, caparbiamente partorita. Buoni i personaggi di contorno, bella l’ambientazione, pare che la ricostruzione della vicenda abbia qualche momento di fantasia, ma noi ai tempi non c’eravamo, e se c’eravamo non stavamo sul set di Psycho, quindi non ci interessa. Imperdibile, per gli amanti di Hitch, piacevole per chi non lo conosce annesso all’invito di scoprirlo, mentre non possono esistere persone a cui il Maestro non piace.
Alfred Hitchcock: un’originale cinquina poco visibile
Consigli per la visione. Io ti salverò (1945), thriller psicologico con una scena onirica disegnata nientemeno che da Salvador Dalì. Nodo alla gola (1946) è uno dei suoi film più belli, girato quasi in una stanza sola e in un unico piano sequenza, imperdibile. Delitto per delitto (1951) che affronta il tema del delitto senza movente, grazie allo “scambio di favori” tra sconosciuti. La signora scompare (1939) è uno dei film con più tentativi di remake, che vede un’anziana signora sparire da un treno. L’ombra del dubbio (1943) è il film preferito dallo stesso Hitchcock, su cui pesa un doppiaggio italiano terribile, ergo da guardare in versione originale coi sottotitoli. Si trovano tutti e cinque, e stanno benissimo in compagnia di Rebecca, L’uomo che sapeva troppo, Psycho, La finestra sul cortile, La donna che visse due volte, Gli uccelli, Intrigo internazionale, Notorius e Caccia al ladro. Mamma mia, che meraviglie!

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