Il ritorno del talento più disturbato e disturbante degli ultimi 20 anni

SPRING BREAKERS, di Harmony Korine (2012 )
C’è chi conosce Harmony Korine, e chi no. Chi conosce il talento più disturbato e disturbante degli ultimi venti anni sapeva che Spring Breakers, nonostante l’impronunciabile sottotitolo italiano, non poteva essere né una notte da giovani leonesse, né la versione trasgressiva di film di college e confraternite. L’ormai quarantenne autore di film come Gummo, dopo anni passati nel semi oblio, torna prepotentemente al cinema con un film forte, non sempre gradevole, spiazzante, poco divertente e soprattutto capace di disorientare e sconvolgere alcuni clichè. Un film che parte per essere la vacanza da sballo delle quattro protagoniste e che man mano si trasforma in un incubo a occhi e cielo aperto, quasi senza passare per sesso e violenza, nonostante le abbondanti dosi iniziali di “tette e culi” per i quali alla fine si prova un sicuro distacco, tendente quasi al disgusto. Cosa succede in questa vacanza non ha senso raccontarlo, non tanto per rovinare una trama che scritta in poche righe somiglia a tante altre, ma proprio perchè non è la storia ad essere al centro del film, tanto che Korine la scompone, scorpora, separa le voci dai corpi, dalle immagini, confonde l’io narrante con una narrazione già passata o in divenire. È la forza dell’immagine, della musica, dello spirito del film a catturare, spiazzare, disgustare per alcuni, o affascinare alla follia per altri. Il ribaltamento e la deformazione degli ideali delle persone, del quotidiano, di ciò che è convenzionale delle curve delle donne si unisce ad alcune magnifiche scene dove la prepotente grandezza di una Britney Spears, mai neanche considerata, diventa la colonna sonora più adatta a una follia più interiore che manifesta.
I volti delle protagoniste non sono scelti a caso, ma appartengono a star amate tra i giovanissimi, divise tra idoli del musical, fino a nuove icone disneyane, qua spogliate di tutto, tranne (forse) che dei vestiti. Una spirale di smarrimento, disorientamento, un sogno che diventa incubo, un incubo che diventa sogno, attraverso gli occhi di un nuovo protagonista che irrompe quasi a metà film, un grande James Franco pronto per essere l’antieroe negativo della vicenda. Un film che certo non amerete, ma che difficilmente vi lascerà indifferenti, e sicuramente segnati da quello che sembrava il viaggio della giovinezza e invece non lo è stato. Regia, fotografia, scenografica, musiche da urlo.
Un film difficile, un film del nuovo secolo, che non diverte e che lascerà un grande vuoto.
Un film magnifico a cui gridare un forte benvenuto.

KIDS, di Larry Clark (1995 )
Film scandalo, ormai dimenticato, Kids è girato da un noto fotografo e scritto da un allora ventenne sconosciuto, di nome Harmony Korine. Una giornata di un gruppo di adolescenti diviso tra sesso, droghe, rock’n’roll, Aids, gravidanze, trasgressione delle leggi e tanto dolore, che da noi destò indignazione e indifferenza, mentre oltralpe incassò il favore della critica. Quello che succedeva a New York nel film si è visto col passare degli anni accadere ovunque, e il film di Clark ha davvero fotografato la decadenza di una generazione che non ha più trovato le speranze che meritava.
Un film che va rivisto, un film forte, violento nel linguaggio e nelle immagini e sgradevole allora come oggi. Ma Korine, maturato nel linguaggio formale, parla così al suo pubblico e il primo come il suo ultimo scritto descrivono la morte dell’individuo, che avviene senza che necessariamente il cuore si fermi. Reperibile in Dvd.

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