Il tesoro del castello senza nome, una piccola serie cult per bambini diventati adulti

Come la scorsa estate, con la scarsità di nuove pellicole in circolazione, il nostro recensore cambia target e la rubrica diventa temporaneamente “Serial&Dintorni”. Buona lettura!

Cercando di alternare un telefilm nuovo a un classico, mi sono ritrovato in una selva oscura ben definita: il bosco delle Ardenne belghe, teatro di una miniserie che pochi di noi (e rigorosamente intorno ai 40 anni) possono ricordare. Il tesoro del castello senza nome è una mini fiction belga per bambini uscita nel lontanissimo 1969 e approdata in Rai solo 10 anni dopo e, curiosamente, in bianco e nero, nonostante l’originale fosse a colori e in Italia questo formato nel 1979 fosse già ampiamente diffuso.

Un telefilm per ragazzi che vede per protagonisti un gruppo di adolescenti in vacanza in una colonia, situata nel verde, tra colline e foreste belghe punteggiate da antichi castelli. Un giorno, giocando alla consueta caccia al tesoro, scopriranno qualcosa di insolito nei pressi di uno di questi castelli, e la loro curiosità li coinvolgerà, loro malgrado, in eventi misteriosi e inspiegabili. La serie s’ispira a un fatto vero. Il mio ricordo da bambino è indelebile: il bianco e nero anziché attenuare la portata emotiva del mistero, come forse volevano in Rai, la accentuava… tutta colpa di Hitchcock e dei suoi telefilm! Il problema è che la storia non faceva dormire la notte dei teneri adolescenti che erano abituati semplicemente ad andare a scuola e dare dei calci a un pallone. Per anni alcune immagini sono rimaste impresse nella mia mente, questo perché il telefilm ha rappresentato uno dei primi esperimenti in cui viene rivolta a un pubblico di bambini una storia dichiaratamente “gialla”. Quarant’anni dopo, della serie si sono perse le tracce, finché nel 2004 la coraggiosa Yamato Video ne propose un’edizione in dvd, con tanto di colori e restauro. Per il resto, il mistero legato al telefilm è continuato fuori onda: il bambino protagonista, Philippe Normand, dopo aver inciso un 45 giri come baby cantante, ha fatto perdere le sue tracce, lasciando intendere che fosse morto a fine anni Settanta a causa di un’incidente stradale. Ma nel 2009 la grande sorpresa: un giornalista pubblica, con tanto di foto, un incontro con intervista all’attore “maledetto”. I fan di Jim Morrison possono quindi continuare a sperare, visto questo lieto precedente. Qualche altra curiosità: i gendarmi nel telefilm lo erano anche nella vita reale, comprese le scene balistiche in cui hanno operato tiratori scelti, il mitico cartone animato Scooby Doo ispirò un episodio a questa serie. Come detto, a parte la reperibilità in dvd (e non è poco), di informazioni sulla serie ce ne sono poche, a parte il sito originale http://www.jupe.be/galapiats/ scritto interamente in francese, davvero completo, che mostra come questi ex bambini si sono ritrovati sui luoghi del telefilm nel 2003, quando non c’erano ancora tracce del protagonista. Il titolo originale si riferisce al nome della loro “banda”, ma la traduzione italiana è tale perché Il tesoro del castello senza nome ne è il sottotitolo. Visto da adulti, e quarant’anni dopo, vi confesso che la magia si è un po’ dissolta, ma tutti gli ex bimbi degli anni Settanta non appena lo rivedranno, ritroveranno un castello che, pur non avendo nome, ha un aspetto davvero familiare.

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