In quanto a vampiri “Daybreakers” non regge il confronto col gioiello “Lasciami entrare”

Daybreakers
di Michael e Peter Spierig
Nel 2019 il mondo non è finito, ma per colpa di un’epidemia la popolazione mondiale è composta per il 95% da vampiri. L’estinzione degli umani è un problema che riguarda tutti, e il sangue inizia a essere un bene indispensabile in via di estinzione.
Uno scenziato è incaricato di cercare un surrogato del sangue per permettere alla razza vampira di sopravvivere, e agli umani di non essere considerati delle prede. I vampiri compiono un altro passo, dall’horror alla fantascienza. Il film dei fratelli Spierig, fortemente metaforico, rappresenta i vampiri come persone vere e proprie, che bevono (sangue) dai bicchieri, hanno un ordinamento politico e si sono organizzati in modo identico al nostro. Grazie a un espediente tecnologico, poi, possono anche uscire in auto di giorno senza esporsi al sole. La società rappresentata nella prima parte di film è curata, affascinante, scenografica, con molteplici rimandi, dal piccolo cult Gattaca (con cui condivide il protagonista Ethan Hawke) al recente Io sono leggenda. La narrazione procede a ritmo di western (e di Mad Max) fino a un’affascinante scena che mostra una via alternativa nei rapporti umani-vampiri. Purtroppo poi, anche a causa di una caratterizzazione dei personaggi piuttosto banale (buoni, cattivi, ex buoni, ex cattivi) il film scivola in fretta in un epilogo d’azione che poco ha a che fare con le belle promesse del film. Peccato, da piccolo classico della nuova fantascienza passa a semplice variazione (non banale) sul tema vampiresco che piacerà solo agli appassionati di genere.
Voto 6

Lasciami entrare
di Tomas Alfredson
Nel periodo in cui Twilight irrompeva nei cinema e nei colli degli spettatori, usciva in sordina anche questo bellissimo film, la cui tematica è identica alla ormai celeberrima saga vampiresca: una storia d’amore tra una vampira e un umano. Rispetto a Twilight è invertito il sesso dei protagonisti, l’età è più giovane (qui 12 anni), l’ambientazione è diversa (la Stoccolma invernale) e soprattutto il carattere dei protagonisti: l’umano non è un giovane fotomodello, ma è un ragazzino maltrattato dai coetanei e ignorato dalla famiglia, mentre la vampira non è miss mondo ma un’oscura e solitaria adolescente. La narrazione è lenta, costruita apposta per trasmettere allo spettatore lo spirito del film, romanticissimo e altrettanto crudele. Terza protagonista è la periferia di Stoccolma, monotona e isolata, che offre personaggi secondari per nulla rassicuranti e figli di quel nulla che il regista vuole presentarci. Il film va ben oltre l’horror e ci mostra una storia d’amore tenera e partecipata in una serie di contesti (vampirismo e Stoccolma) che fungono da metaforici freni all’incontro   tra i due adolescenti, analizzando anche certi canoni sociali come bullismo e solitudine. Amore, orrore e violenza raccontati in modoto talmente nuovo in questo bellissimo film, che prepara gli spettatori a un finale straordinario, con la macchina da presa che s’inventa in un luogo nuovo per raccontare di Eli e Oskar, restando poi inquietantemente ambiguo fino ai titoli di coda. Da non perdere.
Voto 8

Filmografia vampiresca essenziale: Nosferatu (Friedrich W. Murnau, 1922), Hannocambiato faccia (Corrado Farina, 1971), Intervista col vampiro (NeilJordan, 1994), The Addiction (Abel Ferrara, 1995).

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