La storia dell’Isola delle Rose diventa un film divertente e nostalgico

L’incredibile storia dell’Isola delle Rose (di Sydney Sibilia, 2020)

storia isola delle roseStrano incipit ambientato a Strasburgo nel 1968: il presidente del Consiglio d’Europa accetta rocambolescamente di incontrare un ingegnere bolognese per ascoltare la sua storia ai confini della realtà. L’eccentrico e geniale Giorgio Rosa, nell’immediato post-laurea e nella sua impossibilità di trovare un lavoro tradizionale, ingaggia due amici e decide di costruire una piattaforma al largo della riviera romagnola, fuori dalle acque territoriali italiane. Ben presto questa idea diventerà L’isola delle Rose, che diventa irresistibile attrazione per la gente e fonte di preoccupazione per il governo italiano, in quanto l’isola si dichiara stato indipendente.

Sembra tutto assurdo, ma questa è, pur con alcune piccole differenze, una storia vera, già oggetto di un libro da parte di Walter Veltroni da cui è stato tratto un documentario.

Sibilia è il regista della fortunata (e consigliata) trilogia di Smetto quando voglio e narra e soprattutto romanza la storia mantenendo il tono della commedia scanzonata e nostalgica di un passato che nelle scene bolognesi della festa di laurea rimandano anche al cinema di Pupi Avati.

Questa isola, oltre che dalle “fondamenta”, è sorretta anche da un ottimo cast composto dalla garanzia Elio Germano, dalla nascente e internazionale Matilda De Angelis e dalle deliziose macchiette politiche Zingaretti e Bentivoglio; inoltre la colonna sonora non originale è composta da brani azzeccati, non banali e la cui forza e meraviglia fanno splendere ancora più alto il sole sull’isola.

Anarchia o goliardia? Il film non vuole rispondere alla domanda che potrebbe porsi il pubblico e la recente scomparsa di Rosa ci toglie il parere più autorevole, ma l’idea è che lo spettatore si possa divertire (e un po’ commuovere per tempi che non ritornano) nel gustarsi il film, lasciando a libri, documentari e servizi giornalistici l’effettiva storia di questa idea stralunata e geniale.

Peccato non vederlo al cinema, non tanto per la sua spettacolarità, ma perché il contesto ideale di questa commedia è proprio un convivio di persone, risate e battute a luci accese, cosa che ci manca tantissimo. Disponibile in streaming su Netflix.

Il 18 gennaio è morto l’attore e sceneggiatore Jean Pierre Bacrì, che non tutti voi conosceranno. Il gusto degli altri (4 César l’Oscar francese, e il David italiano) e Così fan tutti (miglior sceneggiatura del Festival di Cannes 2004) sono due straordinarie commedie dei primi anni duemila che ha scritto e interpretato da grandissimo attore qual era, insieme alla moglie regista Agnes Jaoui. Tra streaming e Dvd, i film sono distribuiti.

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