L’affascinante avventura nottura firmata dai fratelli Safdie

Good Time SafdieGood Time (di Ben e Joshua Safdie, 2017)
I fratelli Safdie sono due cineasti indipendenti newyorkesi da noi totalmente sconosciuti, fatta eccezione per alcuni cinefili da festival, visto che in passato hanno partecipato con un loro film in una sezione collaterale di Venezia. Good Time però ha avuto una presentazione decisamente migliore, perché è entrato a Cannes dalla porta principale, quella del concorso, dove pur non avendo vinto nulla è stato generalmente molto apprezzato, tanto che la prestigiosa ed esclusiva rivista “Cahiers du cinéma” lo ha messo tra i primi dieci film dello scorso anno. Senza girarci troppo intorno, la cosa che colpisce subito di questo film è il nome del protagonista, perché vedere il vampiro “twilightiano” Robert Pattinson in un thriller indipendente è già una notizia di per sé, scoprire poi che il film è ritagliato su misura per lui che è perfetto nella parte, rende il tutto più interessante.

Si parte da una rapina finita male, in cui Connie vede il fratello ritardato Nick arrestato dalla polizia, e giura di riportarlo con le buone o le cattive fuori dal carcere. L’inizio fa pensare a una commedia in stile La truffa dei Logan, per il tono apparentemente scanzonato e per l’affetto e l’ironia che i registi hanno nei confronti dei loro personaggi, e sapendo che il socio di Pattinson è uno dei due registi (Ben) la cosa appare abbastanza scontata. Il film, non appena il suo protagonista bello e dannato prende il timone, scivola lentamente e inevitabilmente nel campo del thriller drammatico (ma non troppo) e dello sguardo deviato e stralunato di Connie, per cui rubare in un supermercato o rapire qualcuno da un ospedale rappresentano la paradossale normalità del racconto. Infatti la camera dei fratelli Safdie entra nel cuore e nello spirito dei suoi protagonisti, assolvendo al vero intento del film che è quello di raccontare ancora una volta un’America ferita, perduta e popolata dall’impossibilità di essere normale.

Di questo thriller notturno, psicotico, sottilmente ironico e benevolo verso i suoi antieroi, va citata anche la colonna sonora splendida e varia, che ha in “The Pure And The Damned” di Iggy Pop e Oneohtrix Point Never il suo apice (il brano è stato scritto appositamente per l’opera). Benvenuti in Italia, cari fratelli Safdie: è assolutamente ora di recuperare un lavoro che forse vedremo nelle arene estive all’aperto o su Netflix (che ha in catalogo alcune chicche a livello di film) o direttamente in dvd. Potendo scegliere, questa affascinante avventura notturna che segna un nuovo esordio di un attore che promette di diventare grandissimo, la vedrei sul grande schermo, fossi in voi.
Il capitolo Arene si aprirà ufficialmente la prossima settimana, ma qualche piccola anticipazione è d’obbligo perché sabato 9 alla Rocca con Metti la nonna in freezer saranno presenti l’attore Fabio De Luigi, e i registi Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi (introdotti, con Luca Vancini, dal sottoscritto, qua in conflitto d’interessi); Bagnacavallo “risponde” con una commedia francese davvero deliziosa come C’est la vie (12 e 13 giugno). L’antipasto è servito…

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