L’animazione tecnicamente impeccabile di “Up” della Pixar e il viaggio con i suicidi di “Wristcutters”

Up di Pete Docter e Bob Peterson
“Animazione per grandi e piccini”, si è sempre detto della Pixar, la più famosa casa cinematografica di animazione digitale, che nel 1995 iniziò a stupirci col primo Toy Story. Up riesce ad essere un cartone piacevole per tutte le età, ma capace di suscitare emozioni diverse.

Malinconico e commovente per gli adulti, esilarante e divertente per i più piccoli. Il cartone parla dell’anziano venditore di palloncini Carl Fredricksen (di cui ripercorre la vita in un quarto d’ora che farebbe piangere anche una pietra), che cerca di coronare il sogno della vita: andare a “piazzare” la propria dimora alle radici della cascata Paradiso in Perù. Compagni di viaggio: uno scout goffo e maldestro, un cane, una specie di pavone. I film Pixar sono tecnicamente impeccabili, mentre dal punto di vista della trama resto quasi sempre perplesso, in quanto lo schema narrativo è sempre identico: presentazione situazione - movente per l’avventura - arrivo dei cattivi - lotta - trionfo del bene. Di bello ci sono sempre i personaggi, soprattutto gli animali in Up, i particolari e le gag. All’interno dello schema si è inserita questa insolita malinconia e riflessività (di ispirazione giapponese), che il pubblico adulto avverte in maniera maggiore, ma non è quel qualcosa di diverso che vorrei vedere in un nuovo cartone Pixar. 7
Menzione speciale per il corto, Poco nuvoloso, ancora una volta la cosa migliore del film. P.S.: la visione a 3 dimensioni è divertente e a tratti coinvolgente ma basta che non diventi un’abitudine.
Filmografia essenziale dello studio Pixar: A Bug’s Life (1997), Toy Story 2 (1999), Alla ricerca di Nemo (2003), Gli Incredibili (2004), Wall-E (2008) ma soprattutto i cortometraggi.

Wristcutters – Una storia d’amore di Goran Dukic
“Wristcutters”, ovvero coloro che si tagliano i polsi. Il giovane Zia viene lasciato dalla fidanzata e decide di farla finita, ma anziché nel sonno eterno, viene catapultato nel dantesco mondo dei suicidi, una terra simile al mondo dei vivi, dove incontrerà lo stravagante Eugene, rocker di origine russa, presente in questo mondo con la famigliola al completo. Quando Zia viene a sapere che anche la fidanzata si è suicidata, si metterà in viaggio alla sua ricerca, accompagnato da Eugene, che “non ha di meglio da fare”. Durante il viaggio incontreranno l’affascinante Mikal, sicura di essere in quell’aldilà per puro caso, e lo stravagante Kneller (un ritrovato Tom Waits), alla ricerca del proprio cane. Wristcutters affronta un argomento pesante con una delicatezza da strappare teneri e variegati sorrisi, che vi si stamperanno sulle labbra per tutti i novanta minuti di film. Difficile non appassionarsi a questa storia di perdenti che si trovano in un mondo abitato da persone che credevano di non avere più un futuro, un mondo che mostrerà loro che le vie del riscatto sono infinite, un mondo che nella sua malinconica magia finisce per essere un inno alla vita, come tutto il film, ennesimo felice connubio fra la cultura yiddish (del racconto da cui è tratto) e il surrealismo est europeo. Bellissima la colonna sonora, in particolare la straripante Through The Roof Underground, dei Gogol Bordello (il personaggio di Eugene è un omaggio al loro leader Eugene Hutz). A fine visione di questa piacevole storia d’amore (ma non solo), al sorriso divenuto sempre più convinto si aggiungerà la voglia di cantare, battere le mani e alzarsi in piedi. In Italia è uscito solo in dvd, e sporadicamente nei cineclub. 8
Filmografia citata: Papà è in viaggio d’affari (Emir Kusturica, 1985), Train de Vie (Radu Mihaileanu, 1998), Ogni cosa è illuminata (Liev Schreiber, 2005), L’uomo senza passato (Aki Kaurismaki, 2002).

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