Le cronache di Riddick Opera in tre atti

Atto I. Anno Domini 2000. Esce in sordina, quello che in tutto il mondo è diventato un cult movie: Pitch Black, girato da un regista da noi allora sconosciuto, David Twohy, e interpretato dall’ennesimo attore italo-americano, altrettanto ignoto, Vin Diesel. Film di fantascienza, girato a basso costo, Pitch Black narra di un atterraggio di emergenza da parte di alcuni superstiti di un’astronave in un Pianeta sconosciuto, che presto diverrà letale: durante la notte (che si verifica ogni 22 anni, che fortuna!) verranno attaccati da terribili creature. Tra i protagonisti c’è anche un pericoloso criminale, che doveva essere trasferito in una prigione interplanetaria di massima sicurezza. Il suo nome è Riddick, Richard B. Riddick. Fotografato e girato in maniera spettacolare, Pitch Black è un fantastico mix di tensione e divertimento totalmente irresistibile, e che ci consegna un personaggio destinato a fare storia. Dichiarato B-Movie, con omaggi al passato altrettanto dichiarati, il film vive di una vita propria e ben presto il suo successo si è sparso a macchia d’olio per tutto il mondo. Il film dà anche il via alla carriera di Vin Diesel, che mai però troverà ruoli così perfettamente ritagliati per lui. Twohy viene scoperto anche in Italia, che ripropone un suo vecchio successo (The Arrival, 2006, sempre fantascienza) e che nel 2002 girerà un bellissimo horror di nome Below, regolarmente distribuito da noi, come tra l’altro Pitch Black, facilmente reperibile in Dvd.
Atto II. Anno di grazia 2004. Dopo quattro anni Riddick è un mito, e a Twohy non dispiace l’idea di mettersi in tasca un gruzzoletto di soldi, e viene girato il seguito, The Chronicles of Riddick. Il film, contemporaneamente prequel e sequel del precedente, incentra tutte le sue energie sul suo protagonista, mostrandone prima un po’ di storia, e ambientando poi la vicenda in un lasso temporale successivo a quelle di Pitch Black. Vin Diesel è spettacolare, si trova completamente a suo agio nei panni dell’eroe-criminale, e il film diventa presto una sequela di dimostrazioni muscolari del suo protagonista. La magia del primo episodio si è persa, ma chi lo ha amato ha apprezzato comunque il film, attento nel dedicare ancora spazio all’ironia e alla scenografia. Meno horror, più azione. Davvero only for fans.
Intermezzo. Dark Fury. Sempre nel 2004 il regista Peter Chung, realizza un mediometraggio (33 minuti) animato, che funge da legame tra i primi due episodi, raccontando cos’è successo a Riddick tra Pitch Black e The Chronicles. Uscito direttamente in Dvd, il cartone è un interessantissimo esperimento narrativo e visivo, e anch’esso ispirato alla fantascienza del passato. Piccolo cult d’animazione e d’azione che pone Riddick ormai ai primissimi posti tra le nuove icone dello schermo.
Atto III. Riddick, 2013. Passati 13 anni dal primo episodio e ben 9 dal secondo, preso atto che lo straordinario talento di Twohy non è esploso (anche se A perfect Getaway del 2009, giunto da noi solo in Dvd e qui in passato recensito, non è affatto male), c’era più timore che attesa per questo terzo capitolo, che vede sempre Vin Diesel (non più ragazzino, non più sulla cresta dell’onda) nei panni di Riddick. Notare anche l’evoluzione dei titoli, che dal primo al terzo capitolo pongono sempre più al centro il suo protagonista, mentre in Pitch Black non era neanche citato. Nonostante questo, in Riddick il protagonista non è sempre in scena, ma azione, ironia e violenza non mancano. A tratti meglio del secondo, ma entrambi erano nati da uno dei più bei film di fantascienza degli ultimi 30 anni. Never forget it…

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