L’insipido Two Mothers e i due capolavori Funny Games

Two Mothers (di Anne Fontaine, 2013)
Tratto dal romanzo Le nonne di Doris Lessing, e ambientato in un qualche paradiso dalle parti dell’Australia, il film racconta la vita di due amiche, due donne amiche fin dall’infanzia e dei loro due figli con cui vivono. L’assenza (forzata e non) di uomini nella vita delle protagoniste, le indurrà a cedere a un pericolosissimo gioco di amori incrociati coi figli. Two Mothers nasce come un film provocatorio e sensuale, abbandonando non si sa quanto volontariamente la sua strada prefissata per trasformarsi in un melodramma fortemente caratterizzato da riflessioni sulla vita e sulla paura di invecchiare. Quest’ultimo aspetto in realtà è presente fin dalla prima scena e costituisce certamente l’asse portante del film, indipendentemente da come lo si voglia vedere. Caratteristica ben marcata dalla bravura ed esperienza delle due protagoniste, Naomi Watts e Robin Wright, che sanno dominare la scena a scapito dei due ragazzotti bellocci, che appaiono un tantino imbalsamati. Che film sia lo si capisce, mentre ciò che meno si comprende è la scelta di non calcare la mano sul morboso, cambiando immediatamente registro. Il film ha una copertina poco convincente: tutto è bello, dal luogo alla gente, dal tempo alle case, e ciò finisce per rendere poco verosimile una storia che potrebbe anche esserlo. Oltre questo, la prevedibilità delle situazioni fa sì che lo spettatore non si sorprenda mai, e di conseguenza non provi le emozioni che la regista tenta di dare. Di contro, la storia non scade mai troppo, mantieni livelli coerenti e forse pone qualche curiosità su come andrà a finire. Resta un prodotto bellino da vedere, ma piuttosto insipido da assaggiare.

Funny Games (di Michael Haneke, 1996 e 2007)
Naomi Watts, inglese naturalizzata australiana, é sicuramente una delle protagoniste del decennio passato, iniziato per lei in maniera trionfale con Mulholland Drive di Lynch e fondamentalmente mai terminato, visto che anche in Two Mothers è perfetta. Nel 2007 si cimenta con un’ operazione affascinante e pericolosa: il remake fotocopia di Funny Games, uno dei primi capolavori di Haneke e assoluto cult movie horror. Il primo film del 1996, tutto austriaco, era già perfetto e non si capiva bene il perché riproporne una versione yankee se non per soldi. Un’operazione del genere l’aveva realizzata con successo il maestro Hitchcock col magnifico L’uomo che sapeva troppo. Il film, come forse sapete narra di come una famiglia viene torturata da due giovani apparentemente educatissimi e soprattutto ricchissimi. Il remake 2007 è bello, in quanto gli attori sono molto bravi e la scena è resa perfettamente. Solo ci si continua a chiedere perché non guardarsi l’originale, girato dieci anni prima, con volti non noti, e proprio per questo più spaventosi. In ogni caso, due capolavori, due bombe, due torture allo spettatore, due film fantastici. Se il primo risulta difficile da trovare (dvd fuori produzione), il secondo è facilmente reperibile.

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