Mentre Ritorno al futuro torna al cinema, scopriamo la Stella di Sylvie Verheyde

Ritorno al futuro, di Robert Zemeckis
Il 27 ottobre 2010 Ritorno al futuro ha compiuto 25 anni, ed è tornato eroe per un solo giorno nelle sale italiane, che l’hanno ospitato in occasione dell’uscita italiana dell’intera trilogia in Blu-ray completamente rimasterizzata. Originale, divertente, e ampiamente sopravvalutato come la maggior parte degli oggetti degli anni ’80, il film, resistendo agli anni e alla tecnologia, è diventato “il” cult movie del decennio, rappresentando per quella generazione ciò che aveva fatto dieci anni prima il mitico Guerre Stellari.  Il successo del film ha consacrato (e per certi versi segnato) la stella del suo protagonista, Michael J. Fox, e ha inoltre ispirato la realizzazione di ben due seguiti, che hanno mostrato il suo protagonista in ballo tra passati e futuri: due videogiochi divertenti e caotici che non hanno deluso i fans della serie. Tornando al primo episodio, la forza rispetto a tanti film del suo genere sta nel forte accento sui toni della commedia, che dà una giusta spinta ironica a una vicenda obiettivamente (ancora) assurda. Scherzare sul passato è stata un’arma vincente che ha regalato alcune battute memorabili al film: non dimentichiamo quando il protagonista suona nel 1955 un’ultra rockettara versione di Johnny B. Goode o quando viene preso in giro quando afferma che il presidente degli Stati Uniti è l'”attore” Reagan. Il film ha lanciato anche l’hit The Power Of Love, di Huey Lewis, canzone davvero dimenticabile; inoltre ha creato un’ampia serie di immaginari nella mente dei suoi spettatori . Imitatissimo, infatti, negli anni a seguire, soprattutto dalle due fortunate serie televisive Lost e Heroes, ma anche dal recente cult del decennio, Donnie Darko. Non un capolavoro, ma un classico, sì.   8

Stella, di Sylvie Verheyde
Opera prima vista a Venezia tre anni fa in una sezione minore, Stella è ambientato nel 1977 in Francia. Stella è una ragazzina che vive in un quartiere operaio e viene ammessa a frequentare il primo anno di una scuola media altolocata. L’amicizia con la prima della classe, una ragazzina ebrea di origini argentine, diligente e di buona famiglia, l’aiuterà ad ambientarsi in un contesto diverso dal bar gestito dalla sua famiglia, un locale alquanto “indie alternative” frequentato da persone con grossi problemi sociali e che ha un juke-box come voce narrante. Racconto di formazione, dai forti connotati autobiografici, il film della Verheyde racconta perfettamente un periodo storico, un gruppo di persone e la vita di questa ragazzina, splendidamente interpretata dalla new entry Leora Barbara. Una via di mezzo, insomma, tra Il tempo delle mele e I quattrocento colpi, con maggiori analogie verso quest’ultimo titolo truffautiano. Tuttavia, pur presentando un dramma, i toni restano quelli di una commedia per la quasi totalità del film. Se alla bellezza del racconto si aggiungono le ottime prove di attori (tra i quali un sosia di Benicio Del Toro) che caratterizzano dei personaggi dai contorni precisi, si ottiene un film tra i più freschi e appassionanti degli ultimi due anni. Gradevole colonna sonora, composta principalmente da hit francesi, con una sorpresa made in Italy. Uscito fugacemente nelle sale, reperibile in dvd e prossimamente in rassegne ravennati. 7 1/2

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