Millennium, una grande messa in scena per un remake che supera l’originale

Millennium – Uomini che odiano le donne, di Niels Arden Oplev (2009) e di David Fincher (2011)
Chi vi scrive ha letto il libro, ha visto il primo film e, non domo, si è guardato anche il remake. Proviamo a confrontarli, pur sapendo che paragonare libro e film è una moda che deve assolutamente sparire. Partiamo dal libro: una storia assolutamente avvincente che ti prende dalla prima all’ultima pagina, con pochissime cadute di tono e di ritmo e con un finale magari non imprevedibile, ma certamente sorprendente e ben escogitato. Lasciamo perdere il caso letterario, pace all’anima di Larsson, se volete sapere di più basta guardare in rete, ma fatto sta che questo romanzo è una bomba. I due seguiti sono assolutamente inferiori, ma si è talmente affezionati alla storia della nostra Lisbeth Salander, che si poteva andare avanti anche per dieci libri. Il film svedese sposa benissimo l’aggettivo “dignitoso”, con una fantastica Noomi Rapace nel ruolo della protagonista, mentre il resto del cast è apparso un po’ debole anche se ben orchestrato per la storia, come del resto la regia, brava nel ricreare certi ambienti, ma non particolarmente coinvolgente. Alla notizia che il fantastico David Fincher girasse a soli due anni di distanza il remake, appare un po’ come un… tablet, sì quegli i-nonsocosa di questa o dell’altra marca: oggetti bellissimi, lussuosissimi, interessantissimi, accattivanti ma che non appena il nostro cervello ricollega i fili ci fa rendere conto della loro assoluta inutilità. Ma la tentazione è forte, e poi c’è Daniel Craig che quando non fa l’agente segreto è anche un buon attore. La protagonista, Rooney Mara (difficile capire quale sia il nome e quale il cognome), difficilmente scalzerà la Lisbeth svedese. Il risultato? Ottimo, davvero. Fincher dà al racconto ciò che Oplev aveva omesso: una messa in scena. Fotografia fantastica (una Hedestad davvero glaciale), suspense (quasi assente nell’originale), carrelli e primi piani danno a questa saga familiare con giallo (no, niente trama, tanto la sapete) un respiro di grande thriller ma anche di grande dramma su una grande famiglia in caduta libera che il patriarca sta cercando di tenere a galla. E poi il ritmo, vertiginoso anche quando i protagonisti stanno al computer a fare ricerche, fa passare due ore e mezza con una semplicità degna di un grande autore. Capitolo attori. Craig, in modalità di recitazione minimalista, è un perfetto Michael Blomqvist (il co-protagonista), ha il “phisique du role”, tanto che è praticamente impossibile pensare a un attore più adatto. Rooney Mara ha dato un’impronta giustamente diversa, ma molto interessante, della protagonista: molto più sfigurata rispetto alla collega svedese, tanto che nelle prime scene sembra di vedere il cattivissimo Palpatine  (Darth Sidious – Guerre Stellari), più che una giovane punk; in compenso dà molta più importanza al suo bellissimo corpo, donando alla Salander una fisicità prorompente che prima non c’era. Promosse entrambe. Ma il remake allunga il suo vantaggio nei personaggi minori, dove spicca su tutti un attore bravissimo che qua da noi appare spesso ma non si è fatto un nome: Stellan Skarsgard, nel ruolo di un importante membro della famiglia, è davvero una marcia in più per il film. Conclusioni? Chi l’ha già apprezzato, riuscirà a (ri)vederlo senza annoiarsi, chi non l’ha visto, corra in sala, che c’è un grande thriller sullo schermo. Ricorda un po’ Zodiac, dello stesso Fincher, altrettanto bello. PS: il film è più utile di un tablet. PPS: facciamo passare l’originale svedese per l’invisibile della settimana, visto che lo diventerà prossimamente.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24