Prometheus non fa rimpiangere troppo il grandissimo Alien

Prometheus, di Ridley Scott (2012)
La notizia che Ridley Scott desse un prequel al grandissimo Alien (1979 il primo) e alla sua fortunata saga, ha destato molta più preoccupazione che trepidante attesa in chi vi scrive. Scott sarà stato anche il re della fantascienza con Alien e Blade Runner (anche se il migliore di tutti è il suo film di debutto, in costume, I duellanti), ma va specificato che dal 1982 solo Thelma e Louise si è rivelato un film all’altezza del suo mirabile triplete d’esordio. Forse proprio per non generare ansia “da saga rovinata”, come successe per le guerre stellari di Lucas, la produzione ha corretto il tiro, lasciando in sospeso l’ufficialità dalla serie Alien. Lasciando a voi la trama, Prometheus, dopo un misterioso incipit, nasce in un’astronave, misteriosa e incredibilmente kubrickiana (con tanto di citazione a 2001), e con un freddo personaggio (Michael Fassbender) che custodisce un dormiente equipaggio per una misteriosa missione in un altrettanto misterioso pianeta. Detta così, sembra la trama di almeno un centinaio di film di fantascienza, e in effetti è così, ma lo sviluppo lo rende, fortunatamente, un film con una sua personalità, e soprattutto con un grande fascino. Un film che in ogni suo aspetto mostra contemporaneamente pregi e difetti. Nel cast, insopportabile la protagonista (Noomi Rapace) e il suo maritino, mentre interessante è la figura di Charlize Theron e assolutamente eccezionale, unico, il personaggio di Fassbender. La sceneggiatura è interessante e fin troppo ricca, mostrando qua e là qualche buco, o qualche ingenuità, come ad esempio quando fa correre come un bimbo un personaggio appena operato, mentre la scena dell’operazione in sé è fantastica. Un altro difetto attribuito al film (dito puntato sullo sceneggiatore, autore del serial Lost), sta nel non aver dato spiegazione e conclusione sufficienti alle domande poste dal film. Ma se il film parla di creazione, se si chiede da dove proviene l’uomo, appare un attimino ingenuo pensare che il buon Scott possa sostituirsi a tutti i messia del mondo e darci tutte le risposte! Non sia mai, visto il periodo… però una domanda su tutte si è guadagnata una risposta: trattasi di prequel? Il film parla chiaro, e risponde affermativamente, grazie alla sua parte finale, sulla falsa riga del prequel/remake La cosa, uscito qualche mese fa, a differenza del quale questo film vive di vita propria, senza mai trasformarsi in una copia del suo importante modello. Ma il fanta-redivivo Ridley Scott come si è comportato? Complessivamente bene, il film ha una sceneggiatura presuntuosa e non sempre coerente, ha un cast irregolare, ma trasmette un fascino che cresce col passare dei giorni, e si ripensa ad astronavi, umanoidi, alieni e robot – e se ne sente anche un pizzico di nostalgia – senza però rimpiangere lo scomodo predecessore, capostipite a colori (con La cosa) di un genere, il fanta-horror, che solo nel 2000, col tamarro e geniale Pitch Black, ha rivissuto i suoi fasti. Infatti il film di Twohy, grazie all’introduzione di una buona dose di humour, alla potenza del suo personaggio principale (il Riddick di Vin Diesel), a una regia fantastica, a effetti semplici ma efficaci e a un rinnovato dosaggio di suspense, ha avuto un pur non eclatante successo; rivisto dodici anni dopo, conserva intatto il suo fascino, e la bella edizione in dvd ne fa una visione casalinga imperdibile per gli amanti del genere.

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