Quando lo humor britannico produce anche noia…

Una rubrica di cinema tradizionale vede un recensore invitare o meno alla visione un film, raccontandone i motivi. Diritto lecito e doveroso del lettore è quello di ignorare i consigli e procedere per la propria strada. Questa rubrica, più radical e meno chic di questa Ravenna aspirante capitale, vuole ribaltare i ruoli e invitare il lettore vedere il film in questione per convincere e interessare il presunto critico titolare della rubrica a proposito del film in questione.

Killer in viaggioKILLER IN VIAGGIO, di Ben Wheatley (2012)
Chris e Tina sono una coppia apparentemente nerd e innocua, che decide di fare una vacanza in camper attraverso la campagna inglese, per celebrare il loro amore e per permettere a Tina di staccarsi da una madre ossessiva. Ben presto si trasformeranno in una sorta di novelli Bonnie e Clyde: Chris uccide senza pietà le persone che secondo il suo stravagante metro di giudizio non sono degni di stare al mondo. Tina inizialmente è spaventata, ma poi si adegua. Commedia nera, genere molto amato in questa rubrica, vincitrice di premi in patria (in pratica ha vinto l’Oscar inglese) e primo premio al prestigioso e interessante festival noir di Courmayeur. Le premesse sono fantastiche, eppure ben più di qualcosa non va. Bastano pochi minuti per perdere interesse nella storia, per notare subito le stampelle su cui poggia una narrazione davvero poco fluida. Se il primo omicidio può “divertire”, l’interesse nella catena seriale perde man mano che passano i minuti, fino a un finale che, inaspettato e bellissimo, riscatta parzialmente un film in ogni caso noiosissimo e privo di mordente. Non si sa bene cosa condanni questo film, forse lo humor troppo british, con situazioni che degenerano proprio per i modi inglesi di concepire l’educazione. In ogni caso, visti i premi e l’entusiasmo cinefilo che lo accompagna, viene rinnovato l’invito al lettore di questa rubrica a convincere chi sta scrivendo di aver preso una cantonata. Oppure, di essere d’accordo con lui.

Frequently asked questions about time travelFREQUENTLY ASKED QUESTIONS ABOUT TIME TRAVEL, di Gareth Carrivick (2010)
Ray, Toby e Pete sono tre amici molto nerd, appassionati di fantascienza, che guarderebbero ogni giorno Guerre stellari o Ritorno al futuro. Insomma, tre inglesi come ce ne sono ovunque, Ravenna compresa. In un pub una tizia prende da parte Ray, gli dice che viene dal futuro e che loro tre diventeranno famosissimi. Inizierà un demenziale ed esilarante viaggio nel tempo, coi tre imbranati protagonisti che devono guardarsi le spalle dai “revisori” storici che dal futuro li vogliono far fuori (una sorta di Cyber-Pansa). Girato con pochissimi mezzi e tanta fantasia, il film è giocato tutto su paradossi temporali e piccoli viaggi nel tempo (anche di solo mezz’ora), basandosi sul concetto di come la manipolazione del passato incide sul futuro. Il tutto con enorme ironia e calandosi completamente nelle vesti dei protagonisti, più vicini a quelli di Una notte da leoni che a Luke Skywalker. La fanta-passione gioca brutti scherzi e alla fine si esagera un po’, ma per tutta la (brevissima, un’ora e un quarto) durata del film ci si diverte parecchio, perchè lo humor britannico è si un po’ più greve ma anche diretto e… internazionale. E se si è un po’ come i protagonisti, ci si arriva ad entusiasmare. Inedito da noi, e destinato a restarlo, sottotitoli disponibili in rete

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