Salvatores inconcludente, Ozpetek leggero e divertente

Ezio e Tommaso sono due aspiranti scrittori, che cercano di tradurre in parole e immagini i loro pensieri e le loro aspirazioni. Sono la locomotiva di due film che cercano di realizzarsi e prendere forma, per rendere così visibile l’invisibile.
Happy Family
di Gabriele Salvatores
Attraverso gli occhi fuori campo di Ezio, scrittore ricco e nullafacente, si narra l’incontro tra due famiglie, i cui figli sedicenni hanno incredibilmente deciso di sposarsi. In questa cena finirà per esserci anche lo stesso Ezio, coinvolto nella storia a causa di un fortuito incidente con la moglie di uno dei protagonisti. Salvatores (come con Nirvana) cambia genere e registro, creando una sorta di gioco tra i suoi protagonisti e col pubblico, attraverso il personaggio di Ezio (Fabio de Luigi). Un puzzle di citazioni proprie ed altrui, a partire da se stesso quando Abatantuono e Bentivoglio sospettano di essersi conosciuti in Marocco, per poi buttarsi a capofitto su Pirandello e Woody Allen, fino ai più recenti Soliti Sospetti e Tenenbaum. Il giochino per un’oretta riesce e diverte: le situazioni sono grottesche, i personaggi pure (soprattutto Abatantuono) e l’originalità del mezzo scelto per raccontare un’allegra commedia giocata su situazioni e malintesi regge. A un certo punto del film, Ezio vorrebbe chiudere tutto così, e sarebbe stata la scelta migliore, ma i personaggi in cerca d’autore lo costringono ad andare avanti e lui per ripicca continua e conclude il film in maniera stanca e banale. Una vendetta plausibile nei confronti dei suoi protagonisti… ma che c’entrano gli spettatori? Occasione più mancata che sfruttata.
Voto 6

Mine vaganti
di Ferzan Ozpetek
Tommaso vive a Roma, è gay, laureato in lettere e aspirante scrittore (attende l’esito di un’eventuale pubblicazione del suo primo romanzo). La sua famiglia, di Lecce, possiede un prestigioso pastificio, e per un accordo con un nuovo socio chiamano Tommaso nella città natia, quel figlio che per loro è laureato in Economia ed è un brillante donnaiolo (e il fatto che sia Riccardo Scamarcio rafforza l’inganno). Il rampollo di famiglia torna deciso a fare “coming out” con la famiglia ma un incredibile imprevisto manda momentaneamente all’aria i suoi piani. Questa storia, grazie anche a una nonna ispiratrice, sarà lo spunto per un suo nuovo romanzo. Ozpetek ritrova la leggerezza perduta negli ultimi lavori e realizza un film molto divertente giocando con i luoghi comuni su Puglia e omosessualità, con l’aiuto di personaggi che sono vere e proprie caricature. Mine vaganti, il cui titolo si riferisce a quelle persone il cui comportamento costituisce una minaccia per una “famiglia perbene”, non vuol essere una commedia sui gay né una critica su certe famiglie retrograde. Il film infatti resta in superficie, lasciando sullo sfondo diversità e drammi, cercando soprattutto di divertire disegnando situazioni improbabili e al limite del surreale. Ma si parla di realtà, eccome. Come in ogni suo film, Ozpetek mostra grande abilità nella direzione degli attori, impresa non facile per un cast eterogeneo come questo, e abituato soprattutto a lavorare per la televisione. Inoltre, la colonna sonora è come sempre azzeccata in pieno. Per concludere, Lecce è bellissima, così come Nicole Grimaudo (e Valeria Bilello di Happy Family).
Voto 7

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24