Smetto quando voglio, sane risate in un bel film che dimenticherete in fretta

Smetto quando voglio (di Sydney Sibilia)
Sydney Sibilia sa come fare ridere la gente: i cortometraggi che hanno preceduto il suo debutto nel lungo, sono sempre stati oggetto di premi del pubblico e di sane risate di sala. Dal quasi amatoriale, ma trascinante Iris Blu (www.arcoiris.tv/scheda/it/3714/), fino a produzioni più grosse, come Oggi gira così (vimeo.com/20238970), il regista salernitano ha sempre dimostrato di avere i requisiti giusti del comico: sceneggiatura, azione, ritmo e battute. Smetto quando voglio è stato un film rivelazione della stagione che sta riassumendosi nelle arene estive, ha ricevuto molti riconoscimenti e mantiene pienamente i caratteri che il giovane regista ha manifestato nei suoi cortometraggi. Pietro, alla soglia dei 40 anni, ha una famiglia ma l’università non gli rinnova il dottorato, nonostante mente e tesi molto brillanti (o forse proprio per questo). La sua abilità in chimica lo induce a sperimentare un nuovo tipo di droga, per realizzare e spacciare la quale dovrà avvalersi di una banda composta interamente da ex ricercatori universitari brillanti, che hanno eccellenza ognuno nel campo che serve. Lo spunto e lo sfondo sono quelli della commedia sociale, che con azzeccate caricature ben dipinge la situazione universitaria e lavorativa odierna, ma lo sviluppo è puramente da film comico, come Una notte da leoni, tanto per intenderci o come, per chi lo ricorda, quel delizioso Paz, omaggio ai fumetti di Andrea Pazienza, ben realizzato a inizio anni 2000. Un fumetto, si diceva, che trova un qualche intoppo quando vuole rientrare nella commedia, attraverso il personaggio della compagna del protagonista, una Valeria Solarino bella e incolpevole, che abbassa i ritmi e cerca di dare un realismo che nessuno spettatore si sognava di vedere. Fortunatamente il tutto riesce a essere messo tra parentesi, perchè  la parte finale torna sui binari iniziali e addirittura può apparire fin troppo veloce (ma il film dura cento minuti, non poco) e poco approfondita. Pensiero errato, pensate al finale di Animal House (a sua volta caricatura di American Graffiti), e di come vengono liquidati in fretta i protagonisti raccontando le loro storie e cosa faranno da grandi. Smetto quando voglio non è Animal House, probabilmente neanche un cult movie, ma un modo divertentissimo per passare il tempo e di farsi sane risate. Menzione speciale a tutto il cast, che ai più famosi Marcorè, Sermonti e Di Rienzo, affianca alcuni deliziosi personaggi della nostra migliore tv. Non stiamo parlando di un film coraggioso, che ha riscritto la commedia o ha impostato il futuro: ve lo dimenticherete in fretta, non ve lo riguarderete, ma l’importante è divertirsi.
Sempre nelle Arene, sembra giusto darvi un richiamino per i film più belli dell’anno. Ecco la prima terzina: Snowpiercer, Gran Budapest Hotel, A proposito di Davis. Buona visione!

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