Sogni di mezz’estate parte due: case e matrimoni da incubo

Dream House, di Jim Sheridan (2011)
Cast lussuoso (Daniel Craig, Rachel Weisz, Naomi Watts) per regista (un tempo?) prestigioso, autore di film come Il mio piede sinistro (visto in tutte le scuole superiori d’Italia, nei primissimi anni 90) e Nel nome del padre. Il film racconta di Will Attendon, che si dimette da editore per godersi casa nuova e famiglia, in una piccola cittadina fuori da New York, casa che si scoprirà presto teatro di un terribile delitto avvenuto cinque anni prima. Thriller psicologico con chiari riferimenti a Shining e soprattutto al più recente Shutter Island, con cui condivide la scelta di fare la grande rivelazione a metà film, e giocare di conseguenza. Rivelazione che ovviamente qui non leggerete, tra l’altro abbastanza prevedibile, che fa cambiare decisamente di tono al film, che era partito come uno spaventoso thriller, per poi dirigere i sentimenti dello spettatore verso angoscia e sentimentalismo (ci tocca pure citare Ghost, qui). Partiamo dai pregi, non troppi: il film è scorrevole, gli attori recitano all’altezza del loro buon nome, e la durata è ampiamente democratica, attestandosi sull’ora e mezza netta. Il primo problema del film è la prevedibilità, visto che guardandolo, capirete minuto per minuto cosa sta succedendo; il secondo problema sta nel finale, che Sheridan ha voluto trasformare in qualcosa di improbabilmente sentimentale e mieloso; infine, i più attenti si accorgeranno di una certa approssimazione a livello di montaggio, visto che certe scene sono appiccicate peggio di un album di figurine, e spesso totalmente fuori da ogni contesto. Quindi, si va o non si va? In linea di massima è un prodotto di intrattenimento scadente ma che tiene tranquillamente lo spettatore sulla sedia, senza farlo né saltare dalla paura, né sbadigliare dalla noia. In questo caso, un tuffo in mare potrebbe dare maggiori soddisfazioni.

Rec 3 – Genesis, di Paco Plaza (2012)
Non si fa in tempo a parlare dei primi due Rec (scorso numero), che a insaputa di chi scrive ne hanno già realizzato un terzo capitolo! L’occasione è ghiotta, intanto per una piccola errata corrige: i primi due capitoli sono firmati sia dal citato Balaguerò, che da Paco Plaza, che da solo firma questo terzo capitolo, mentre Balaguerò sta già girando Rec 4 – Apocalisse. Genesis non è né un sequel, né un prequel, ma uno spin-off, e cioè una costola del primo capitolo, in quanto alcune riprese televisive presenti nel film, ci mostrano che la storia si svolge  nello stesso momento. La trama è molto diversa: siamo dentro un matrimonio, felicissimo fin quando lo zio dello sposo, che in precedenza afferma di essere ferito a una mano, non decide di cibarsi di una delle invitate. Seguirà un autentico “zombie bordello”, con gli sposini impegnati prima a ricongiungersi, poi a uscire dall’incubo. Una forte differenza dai precedenti è data dalla tecnica di realizzazione: la telecamera a mano usata per tutto il matrimonio, con tanto di menù dvd iniziale, cede il passo all’inquadratura registica tradizionale, dando al film un marcato carattere da horror di serie B. Toni molto diversi, tanto da far sembrare questo Rec una via di mezzo tra Zombi e La casa, in quanto per tutto il film non manca una massiccia dose di ironia, fino al finale beffardo. Non un gioiello come i primi, ma uno sparatutto per appassionati, per coloro che preferiscono il secondo tempo di Dal tramonto all’alba, piuttosto che il primo. Ammesso che lo trovino, visto che è inedito. Sottotitoli in rete.

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