“Sorry To Bother You”, un linguaggio nuovo che spiazza e stupisce

Dopo Bagnacavallo (con una programmazione sempre di qualità), apre anche l’Arena del Carmine di Lugo, con alcuni appuntamenti interessanti come il mitologico Lo chiamavano Trinità (4 luglio, con Marco Tullio Barboni in sala, figlio e collaboratore del compianto regista) e il pluripremiato Parasite (6 luglio). Nei dintorni di Ravenna il cinema è rinato… in città si va ancora di streaming.

Sorry To Bother YouSorry To Bother You (di Boots Riley, 2018)
Il trentenne afroamericano Cash, stravagante e a suo modo carismatico, per pagare l’affitto di uno scalcinato garage, riesce a farsi assumere da un call center. Grazie al consiglio, da parte di un collega anziano, di chiamare facendo la “voce da bianco”, Cash riesce a scalare posizioni nell’azienda tanto da diventare un Power Caller, attirando anche l’attenzione dei capi di discutibili multinazionali. Tutto questo mentre i suoi colleghi stanno mettendo in atto una grande protesta contro le pessime condizioni lavorative. Cash si troverà coinvolto in un qualcosa di molto più grande di lui.

Signori e signore, qualche anno fa, grazie alla genialità di Jordan Peele è nato un genere, una sorta di “Black Horror”, visto che stiamo assistendo a film che partono alla Spike Lee e terminano come un episodio di Black Mirror, a volte spingendosi ben oltre. Scappa e Noi sono due film seminali, fantastici e assolutamente originali, tanto che il primo si è guadagnato anche un’incredibile nomination all’Oscar. Da noi sono poco noti ma in questa rubrica hanno avuto lo spazio che meritano.

Riley è un esordiente che ha abilmente fuso la sua cultura, la sua esperienza lavorativa (call center) e il cinema di Peele appena citato, tanto che Sorry To Bother You è considerato un fratellino di Scappa, con cui condivide l’attore protagonista Lakeith Stanfield. Per quanto il film sia una riuscitissima metafora del capitalismo e affronta con ironia le problematiche razziali… e vocali (più che mai attuali in questo periodo), lo spettatore tradizionale che si aspetta un film alla Ken Loach (che è uscito con un titolo simile, Sorry We Missed You – dom 5 e lun 6 a Bagnacavallo) verrà spiazzato, stupito e cinematograficamente scioccato dall’intelligente follia metaforica del film, che descrive una società leggermente futuristica ma ahinoi intrisa di reale.

Ci troviamo davanti a una creatura nuova, non facilmente digeribile ai gusti, ma portatrice di un messaggio chiaro e di una forza comunicativa a cui non assistevamo da tempo; certamente la visione è ostica, non certo per il racconto che si snoda con ritmo, ironia e forza, ma proprio per la struttura della trama e la novità di genere. Non piacerà a tutti, ma non possiamo lasciarci sfuggire nuove e ingegnose forme di espressione. Uscito direttamente in streaming, verificate su Justwatch.

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