Sragionata e pregiudiziale: la guida ai film di Natale

La natura umana è difficile da capire, e in momenti come il Natale diventa addirittura impossibile. Andare al cinema è bellissimo: in estate per recuperare i film preferiti nelle arene (o per godersi l’aria condizionata), nelle mezze stagioni perché escono i film più interessanti, nei primi mesi dell’anno per ripararsi dal freddo e gustarsi i futuri premi Oscar. Solo nel periodo natalizio andare al cinema fa schifo, perché troviamo orde di persone rumorose, bambini urlanti, signore che scambiano la sala per un salone della chiacchiera, signori pronti alla battuta per fare colpo su queste signore, adolescenti attaccati ai loro inseparabili e migliori amici cellulari. Gente attratta al cinema in virtù di un’offerta di film deprimente, tra commedie idiote, commedie innocue, cartoni inutili e compagnia bella. Chi vi scrive, dovendo, anzi volendo redigere una guida a questi film, disprezzandoli ed evitandoli come la peste, si sente in dovere di premettere che questa non potrà mai essere frutto della ragione, mentre sarà caratterizzata solo da fastidiosi e antipatici pregiudizi, giudicando e invitando o meno a vedere film che non ha visto e che difficilmente vedrà. Magic in The Moonlight é il nuovo film di Woody Allen, che in questa parte crepuscolare della sua carriera ha trovato un buon equilibrio realizzando commedie gradevoli ma tutto sommato innocue. Questo, nonostante le entusiastiche accoglienze che si leggono sul manifesto del film, sembra ancor più innocuo degli altri, ma pur sempre tra i meno peggio dell’offerta natalizia. Sempre restando sul lato commedia, si segnalano due uscite abbastanza sostenute dai media, dal dubbio appeal, se non fosse che “guardando nelle altre sale” si rischia di trovare solo di peggio; i film in questione sono l’argentino Storie pazzesche (e Pedro Almodovar é solo quello che ha cacciato i soldi, non c’entra nella realizzazione dell’opera) e l’inglese, storia vera, Pride che parla del curioso appoggio che il movimento gay diede ai minatori in era Thatcher. Un appoggio inizialmente non così gradito. Inglesi che mischiano sociale e commedia… sai la novità… almeno qui c’è il grande Bill Nighy protagonista che, per coloro che non si esaltano nel leggere il suo nome, basta ricordarlo in Love Actually e I Love Radio Rock: un mito. Mommy di Xavier Dolan pare essere la bomba del periodo: l’enfant prodige (25 anni) canadese é già al suo quarto film e ha già fatto incetta di premi, compresa una menzione del festival di Cannes per questa storia di donne che vede al centro una vedova e la sua vicina. Sicuramente non leggero, ma il cinefilo é servito. E a proposito di cinefili, non arriverà a Natale,  ma questa settimana torna nelle sale Tempi Moderni di Chaplin, restaurato. E a proposito di animazioni non banali, questo weekend torna in sala l’ultimo (in tutti i sensi) capolavoro di Miyazaki: Si alza il vento non è, come Ponyo o Totoro, un cartone per ragazzi, ma un’opera matura, crepuscolare (ma non allegra come quelle di Woody), complessa e straordinaria per un pubblico che, dopo aver visto questo film, può pensare di fare altro per le feste. To be continued…

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