Storie di calcio e dei suoi personaggi
in epoca di calcioscommesse

Il maledetto United (Tom Hooper, 2008)
Inizio dalla didascalia finale che, oltre a non rovinarvi nulla, la dice lunga su come questo personaggio sia considerato: «Brian Clough è il più grande allenatore che una squadra inglese abbia mai avuto». In Inghilterra Clough è un mito, ma il film lo presenta in modo assolutamente insolito: siamo nel 1974 la storia racconta i 44 giorni più difficili della sua carriera, da sempre influenzata dalla rivalità personale con il Leeds United (da qui il titolo del film), squadra che poi andrà ad allenare, dopo una folgorante e trionfale cavalcata sportiva alla guida della provinciale Derby County. 

Ma Clough non aveva un carattere facile, era considerato arrogante, permaloso e intrattabile, e il film lo mette bene in luce. Immaginatevi un giovane Mourinho che vince lo scudetto col Cesena per poi passare alla Juventus, contro la quale Clough (e soprattutto contro i giornalisti italiani) si scagliò dopo un match di Coppa dei Campioni persa a Torino definendoli “cheating bastards”… e Moggi doveva ancora arrivare! Le didascalie finali ci raccontano delle imprese di questo allenatore, campione d’Europa con un’altra squadra provinciale (Nottingham Forest); quello che non dice è che è morto nel 2004. Il film è gradevole per tutti i palati, anche se ovviamente piacerà soprattutto a chi ama guardare, anche solo ogni tanto, delle persone dare dei calci a un pallone; gli attori sono bravissimi, con un sempre bravo Michael Sheen (Frost/Nixon e The Queen) e il mitico Colm Meaney, icona del cinema irlandese, nella maggior parte dei quali recitava la parte del padre bizzarro dei protagonisti (The Commitments). Il regista, il debuttante Tom Hooper, alla sua seconda prova ha semplicemente centrato l’Oscar con Il discorso del Re. Ingredienti davvero interessanti per un’opera che… non ha mai visto la luce nei cinema italiani, tanto per cambiare! Però in Dvd è uscita una bella edizione, ricca di contributi storici d’epoca. Da vedere.

Centravanti nato (Gian Cluadio Guiducci, 2008)
L’autobiografia di Carlo Petrini, centravanti di razza che ha giocato quasi tutta la sua carriera in Serie A, senza però sfondare del tutto. Protagonista (in negativo) dello scandalo del calcio scommesse, la squalifica di oltre tre anni (amnistiata dopo la vittoria ai mondiali) pose di fatto fine alla sua carriera di calciatore. A fine anni novanta decise di raccontare tutto il marciume di quel (solo quello?) calcio nella scioccante autobiografia Nel fango del dio pallone, che molte case librarie si rifiutarono di pubblicare. Il documentario riprende quei temi, e ci fa rivivere, attraverso interviste, quei terribili anni per lo sport. Si parte dal doping e si finisce al famoso e citato scandalo del 1980, anno in cui Petrini giocava nel Bologna ed era il principale tramite tra i burattinai delle scommesse, Trinca e Cruciani. Petrini racconta minuziosamente le combine che lo hanno coinvolto con squadre come Avellino, Lazio, Milan e Juventus (l’unica assolta… Clough l’aveva vista lunga!). Un mondo agghiacciante unito a situazioni personali non meno terribili, per un documentario duro, che ogni appassionato, di ogni bandiera, dovrebbe guardare per… non dimenticare e cercare di non essere sempre acritico nei confronti di questo maledetto e bellissimo sport.

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