Ted, per i bambinoni, Paul nemmeno per loro

Ted, di Seth MacFarlane (2012)
Dal creatore dei Griffin, e dopo un grandissimo successo in patria, ecco una delle favole più eccentriche e politicamente scorrette degli ultimi anni. La trama è contemporaneamente assurda e semplice, visto che parla di una storia d’amore tormentata tra una bellissima ragazza e un eterno bambinone cresciuto coi miti degli anni Ottanta, tra cui Guerre Stellari, Flash Gordon e… un peluche. Semplice no? Il problema è che nel 1985 (in quegli anni si ritornava pure dal futuro…) la storia ci dice che questo peluche si è inspiegabilmente animato, grazie ai desideri del protagonista allora bambino. Ma ai giorni nostri Ted, pur conservando la sua fedeltà di peluche, è diventato un drogato, alcolista, donnaiolo (gratis e a pagamento) che procura tanti guai a se stesso e a John. Il contenitore, diciamolo, è piuttosto banale, visto che lo svolgimento richiama il film disneyano, con tanto di cattivo di turno, anche se di turno a questo giro ci sono due totali idioti. Il contenuto, invece, è esilarante: battutacce, parolacce, umorismo nero e greve che non risparmia nessuno, arabi, ebrei e americani stessi, tanto per fare qualche esempio. Un film dal target difficile: assolutamente non per bambini (se ne trovate in sala accompagnati, ogni tanto giratevi per guardare le facce dei genitori), poco comprensibile dai giovani, non riconoscendo tutti i riferimenti alle icone anni ’80; resta quella fetta di generazione di 35-45enni  che, come il protagonista, non hanno nessuna intenzione di crescere, e che si divertirà un mucchio alle battute del film. Un pubblico di bambinoni che quando c’è l’ennesima replica di Guerre Stellari va al cinema travestito, che magari si sposa noleggiando una DeLorean, che guardando Una notte da leoni ride per non piangere, avendo fatto pari pari le stesse cose dei protagonisti; gente che quando sente parlare di Flash Gordon si illumina in un lampo e si mette a cantare i Queen, di cui magari non conosce altra canzone; ragazzi cresciuti, che se in un bar vedessero Pac Man, ci infilerebbero un euro con la speranza di giocarci. L’augurio è doppio: che rientriate in questa categoria e che queste persone siano il più numerose possibili, per il bene comune.

Paul, di Greg Mottola (2011)
Passato in sordina l’estate scorsa nelle sale (si sa che i ravennati vanno al mare), Paul è un film che ha molto in comune con Ted: anziché orsetto è extraterrestre, ma resta un personaggio atipico, simpaticamente volgare, combina guai ed è divertente. Il problema è che nel film è ricercato e saranno due stravaganti “nerd” e fumettofili amici inglesi a portarlo alla salvezza. Con la voce italiana di Elio, ci troviamo davanti a un altro personaggio irresistibile, stretto nelle mani di un altro film citazionista, soprattutto del cinema di Spielberg, ma che si rivela troppo convenzionale, ancor più di Ted nella struttura, e, forse per rispetto al maestro, un po’ troppo sdolcinato. Peccato per la presenza a fianco all’alieno di quel Simon Pegg de L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e qualsiasi film che abbia fatto, perchè fa ridere in tutti. Nessun disastro, certo, il film è innocuo, non annoia, strappa qualche risata e complessivamente non fa rimpiangere l’ora e quaranta. L’impressione, però, è che non riesca ad accontentare nessuno: né bambini, né ragazzi, e questa volta neanche i bambinoni cresciuti, anche qui target dichiarato del film. Disponibile in Dvd per una serata simpatica, ma senza troppa verve.

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