Tempo di classici e di parodie, chi torna in sala e chi sparisce

Frankenstein Junior, di Mel Brooks (1974)
Il bravo lettore di Ravenna & Dintorni non cerca tra le pagine del giornale la recensione di un film che conosce benissimo, ma Frankenstein Junior torna nelle sale in questi giorni e questa rubrica ha almeno 3 compiti: 1) ricordare l’uscita; 2) ricordare che è bellissimo; 3) incuriosirvi dicendo che si tratta di una proiezione in digitale. Condensando i 3 punti in uno solo, si può dire intanto che chi vi scrive non ha la più pallida idea di come possa rendere la proiezione in digitale di un film di 37 anni fa senza effetti speciali, ma la possibilità di vedere in sala uno dei capolavori della comicità di tutti i tempi vale già da sé l’occasione.  Questa operazione è stata realizzata da Nexo Digital che già in passato ha fatto tornare nelle sale Ritorno al Futuro e che presto si cimenterà con altri classici. Tornando al film, è sorprendente come l’adattamento italiano ai dialoghi sia stato eccezionale, tanto che i giochi di parole inglesi non hanno perso la loro forza: il celebre «lupo ululì lupo ululà» è in originale «Werewof? Therewolf!». Un capolavoro nasce anche dall’abilità del suo magnifico cast composto da mostri sacri come Gene Wilder e soprattutto il compianto Marty Feldman, irresistibile nella parte di (a)Igor, il cui apporto non è stato solo recitativo: per esempio ha inventato la gag della gobba che si sposta. Il film non è una semplice parodia del Frankenstein del 1931, ma una sorta di remake, visto che è stato girato nello stesso castello dell’originale, e di cui ne sono state utilizzate molte scenografie, tra cui il mitico laboratorio. Da non perdere in sala, e se per caso succedesse, trovatevi tra amici e gustatevi il dvd, magari in lingua originale. Per altre info, www.frankensteinjunior.it.

Animal House, di John Landis (1978)
A proposito di capolavori, ecco un film che ha fatto scuola. Divertente fino alla follia, Animal House parla ad almeno tre generazioni: un immortale capolavoro che, con l’arma della comicità, rappresenta in modo amaro, preciso e inequivocabile un America degli anni sessanta che tanto somiglia a quella dei decenni successivi. Il film, lo sapete tutti (spero) è ambientato nel mondo dei college e delle confraternite, e focalizza l’attenzione soprattutto sullo sgangherato gruppo Delta, che ai richiami ufficiali delle istituzioni scolastiche risponde a colpi di Toga Party. Già il fatto di aver lanciato John Belushi basterebbe, ma Animal House rappresenta un vero e proprio capostipite di questo genere di commedie: dai Porky’s agli American Pie, fino al recente e divertente telefilm Greek. Gustoso e geniale il finale, in questo caso vera e propria parodia del magnifico American Graffiti, in cui si leggono i destini dei protagonisti. Sarebbe bello dirvi di vederlo al cinema, ma non sono previste uscite. Oppure di gustarvelo in Dvd, ma in questo caso in commercio c’è una versione scandalosa che oltre ad aver cambiato il doppiaggio, ha rivoluzionato completamente la magnifica colonna sonora (diritti scaduti) con brani nuovi e anonimi. Non vi resta che piangere, o guardarlo in originale. Sempre che, prima o poi, in rete qualche temerario possa pubblicare una versione con l’audio preso dalla cara, vecchia e amata videocassetta e lo lanci nell’etere informatico. Già fatto?

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