Tomas Milian (1933-2017), non solo Monnezza

Non si sevizia un paperino (di Lucio Fulci, 1972)

Non Si Sevizia Un Paperino Tomas Milian Irene Papas Barbara Bouchet 5f814

Tomas Milian in “Non si sevizia un paperino”

In un paesino del meridione si susseguono omicidi di bambini. La polizia brancola nel buio e ogni volta che trova un sospettato non esita a gettarlo nelle fauci della gente, desiderosa di poter sbranare un “mostro”. Ispirato a un fatto vero, il film di Fulci rappresenta un caposaldo del thriller all’italiana, carico di morbosità, erotismo e tensione, sicuramente troppo per il 1972. Il film infatti ha procurato non pochi grattacapi al regista, sia a causa della scena tra un bambino e una Barbara Bouchet completamente nuda, sia per il rapporto con esoterismo e religione che ne hanno frenato la distribuzione e costretto ai tempi a qualche taglio. Il cast fa paura, ma questa volta in senso buono: al meraviglioso trio femminile composto dalla Bouchet, da Florinda Bolkan e Irene Papas, si contrappone una schiera di uomini da urlo, come Tomas Milian nella parte di un invadente cronista di nera, e i due attori cult francesi Georges Wilson e Marc Porel in ruoli sorprendenti e “maledetti”. Un film da non perdere e dalle tematiche molto attuali, che fa ancora paura e che trasmette ancora la stessa sensualità nonostante i 45 anni suonati. Poco amato all’epoca, c’è voluto l’endorsement di Quentin Tarantino a risvegliare l’attenzione del distratto popolo italiano.
La vittima designata (di Maurizio Lucidi, 1971)
Stefano, un noto pubblicitario milanese sposato con moglie ricca e più vecchia di lui, ha il sogno proibito di fuggire con l’amante riuscendo con uno stratagemma a vendere l’azienda della moglie. In gita con l’amante a Venezia, incontra il misterioso conte Matteo Tiepolo, che è a conoscenza del suo disagio e gli propone un macabro scambio di “favori”, con lo scopo di annullare il movente degli omicidi che verrebbero compiuti. Il soggetto, benché spacciato per originale, è identico a Delitto per delitto di Hitchcock del 1951, ma le analogie col capolavoro del maestro finiscono qui, perché La vittima designata rappresenta un gioiello raro e prezioso nel panorama del thriller italiano. Il film è scandito in maniera impetuosa e addirittura prepotente dalle musiche di Luis Bacalov suonate meravigliosamente dai New Trolls, che da lì a poco incisero il maestoso lavoro della colonna sonora del film col titolo di Concerto grosso per i New Trolls, e di cui la colonna sonora del film può essere considerata un prototipo quasi definitivo. L’altra caratteristiche che rende questo film un (quasi) capolavoro è il magnetismo dei suoi due protagonisti, che dominano la scena col disorientato Stefano di Tomas Milian e col magico e misterioso “conte” del francese Pierre Clementi, artista “bello e dannato” del cinema francese, probabilmente sconosciuto ai più giovani.
A proposito di Milian, qua non solo recita per la prima volta con la propria voce, prima di “prestarla” a Ferruccio Amendola per il Monnezza, ma canta anche il brano “My Shadows In The Dark”, unico momento non strumentale della colonna sonora. Un film talmente immerso nella cultura e nel contesto degli anni settanta, da farlo sembrare allo spettatore come un film in costume, barocco e sovrannaturale, che evita di passare per datato per volare direttamente nel limbo del culto; una storia di tensione sempre crescente che sfocia in un finale sorprendente ed entusiasmante. Semplicemente, uno dei miei film preferiti.
Entrambi i film sono disponibili in Dvd.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24