Tormenti di gioventù, dalle adolescenti di Fucking Amal al giovane Ben di Cashback

Fucking Amal, di Lukas Moodysson (1999)
Siamo nella fredda provincia svedese, e Amal è una cittadina talmente monotona che c’è davvero poco da fare. Non è neanche candidata a Capitale Europea della Cultura. Calma piatta, insomma. La bella adolescente Elin vive con la madre e la sorellina e piace molto ai ragazzi, ma la “fottuta Amal” (da qui il titolo) le sta davvero stretta e non passa momento in cui (magari con un ragazzo diverso) sogna la fuga.  Agnes invece è una ragazza solitaria e segretamente innamorata di Elin, a cui ovviamente non dice nulla. Il film fu un vero e proprio caso in patria, a causa dello strepitoso successo di pubblico e di critica, nonostante la delicatezza del tema. Il film, va detto subito, è bellissimo. Senza mezzi termini e in tutti i suoi aspetti. La caratterizzazione delle protagoniste è perfetta, aiutata anche dalla splendida interpretazione delle giovani attrici, e il contesto sociale è delineato con altrettanta chiarezza: già dal titolo si può ben comprendere il senso di malessere e disagio dei protagonisti, dato certamente dalle loro difficili situazioni familiari e con l’aggravante di una cittadina che non fa nulla per accendere la luce. Il tema dell’omosessualità, centrale ma non certo unico, è mostrato con delicatezza e soprattutto con una naturalezza sorprendente per un’opera prima di un trentenne. Moodysson negli anni fu coccolato infatti dalla critica italiana (le due opere successive furono presentate a Venezia) per poi perdersi un po’ nei meandri della distribuzione. Fucking Amal uscì nei nostri cinema, per sparire nell’oblio a una velocità da record. Rai Movie lo sta recuperando in questi giorni: la prossima visione ci sarà il 5 marzo alle 14.15. Segnare sui taccuini e godersi il film sono le azioni da fare per non perdersi uno dei migliori film europei dello scorso decennio.

Cashback, di Sean Ellis (2005)
Ben ha lasciato la sua ragazza e si è pentito amaramente, tanto che non riesce più a dormire la notte. Resosi conto di avere 8 ore in più da spendere nella vita quotidiana, le “scambia in denaro” (da qui il titolo) andando a fare il turno di notte in un supermercato. Qui, oltre a conoscere gente nuova, imparerà a “fermare il tempo”, ogni qual volta vorrà apprezzare le bellezze del mondo o riflettere sulla propria condizione. L’inglese Ellis ha tratto questo film da un suo precedente cortometraggio, trasformandolo in una pellicola che ha raccolto premi in numerosi festival minori, piacendo più al pubblico che alla critica. Cashback ha parecchi pregi, a cominciare dall’esilarante incipit in cui, sotto le note di Casta Diva di Bellini, con un azzeccato ralenty la fidanzata del protagonista gliene dice (leggendo il labiale) di tutti i colori. Azzeccata anche la parte onirica, in cui Ben si ferma per riflettere: un linguaggio nuovo, caratterizzato da una forte componente visiva, per raccontare i tormenti di una gioventù che pare non avere troppo le idee chiare sulla propria vita. I personaggi minori non aggiungono nulla di nuovo all’immaginario cinematografico, ma sono molto divertenti. Anche se il ritmo non è sempre all’altezza durante l’arco dei novanta minuti, il film offre uno sguardo originale e alternativo a un tema cardine della cinematografia di questi anni: la gioventù. Presentato a Roma, mai uscito, sottotitoli reperibili nel magico e sorprendente mondo della rete.

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