Triangle, un horror psicologico
alla Shining, raffinato e inquietante

Triangle (Christopher Smith, 2010)
La giovane madre Jess si prende un weekend di vacanza e accetta di passarlo in barca con un gruppo di amici. Ma una strana tempesta li trasformerà ben presto in naufraghi, e un assai misterioso transatlantico si presenterà loro per salvarli. 

L’imbarcazione è solo apparentemente vuota, e non mancheranno le sorprese nel terzo film dell’inglese Christopher Smith. Triangle è un horror psicologico che nella prima parte fa sinceramente paura: sfido chiunque a non inquietarsi nel guardare i protagonisti vagare per spazi enormi e vuoti, con la consapevolezza che presto succederà loro qualcosa. Nella seconda parte, pur mettendo presto in tavola il meccanismo, il film diventa raffinato e inquietante. Mi fermo qui, perché svelare qualcosa della trama significherebbe rovinare la visione del film. L’idea complessiva della vicenda è tratta da un mito greco: Sisifo, re di Corinto, condannato da Giove a spingere, dalla base alla cima di un monte, un enorme masso che, una volta raggiunta la cima, rotolava perpetuamente alla base. Un’altra fonte di ispirazione è sicuramente Shining, da cui prende l’ambientazione (spazi grandi e vuoti) e l’empatia che i protagonisti sviluppano col luogo. E poi c’è anche la stanza 237! In definitiva, siamo di fronte a uno degli horror più originali della stagione, dove la violenza e il sangue lasciano spazio a inquietudine e a uno smarrimento di uno spettatore comunque conscio di ciò che Smith vuole dire senza però sapere dove vuole andare a parare. Un film consigliatissimo a tutti gli appassionati e non, astenersi solo se strettamente amanti di neorealismo. Inedito in Italia e destinato a restare tale, sono reperibili i sottotitoli italiani in rete.

The Shining (Stanley Kubrick, 1980)
Fermi, inserire un classico come Shining in una rubrica come questa non vuol dire aver finito le cartucce. Ci sono due motivi validi (anzi un pretesto e un motivo) per parlarne: primo, perché è stato citato in Triangle, secondo soprattutto perché non tutti sanno che in commercio di versioni di Shining ne esistono due. Il film che tutti conosciamo dura poco meno di due ore ed è la versione che il regista considera definitiva. La prima versione del film (durata due ore e venticinque) uscì negli Stati Uniti, e fu ritirata dopo due settimane dal regista stesso, rimontata nella versione attuale e diffusa nel resto del mondo. Kubrick non voleva più vedere in giro la prima versione, e se fosse stato ancora vivo ne avrebbe probabilmente osteggiato la pubblicazione in Dvd in area nordamericana (tuttora in commercio). Differenze? Poche: la mamma prima di partire per l’Overlook porta Danny a fare una visita medica, il cuoco di colore va a noleggiare il gatto delle nevi, qualche scena più lunga (il dialogo iniziale) e tante piccole e insignificanti cose. Insomma, un dvd con le “scene tagliate” montate in modo corretto. A conti fatti, però, aveva ragione Kubrick, perché l’eccessiva durata del film smonta un po’ l’incredibile tensione che questo capolavoro ti dà sin dai primi minuti. Ma i fans, un giro sulla ruota devono farlo, soprattutto per curiosità. Giusto, Wendy?

P.S.: un altro invisibile di cui si è parlato recentemente, Four Lions, ha visto la luce nelle sale italiane e ravennati: bando alle ciance e tutti al cinema guardarlo!

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