Un viaggio nel tempo (sul grande schermo) da non perdere

Predestination (regia di Michael e Peter Spierig, 2014)
Polizia temporale: agenti che viaggiano nel tempo per prevenire i grandi crimini senza alterare ulteriormente la storia. Il grande ricercato è un bombarolo, che nel 1975 compierà il suo attentato più grave. L’agente, sottoposto a continui e logoranti viaggi nel tempo, si ritroverà nel 1970 in un bar, a parlare con un misterioso avventore, che gli racconterà la sua storia. Queste poche righe di trama sono il massimo che si possa dire per introdurre un thriller fantascientifico diretto dai gemelli australiani Spierig – che già con Daybreakers avevano dato un buon contributo al genere – e interpretato da un sempre convincente Ethan Hawke e da un’attrice che non so quanti di voi possano conoscere, ma che qui meriterebbe Oscar, Coppa Volpi e Palma d’Oro in un sol colpo, da quanto è brava: signori e signore, vi presentiamo Sarah Snook. I viaggi temporali sono un tema affascinante, abusato ma che ha prodotto sempre film interessanti, non ultimi Inception e Looper, che a volte corrono il rischio di trasmettere più confusione che passione allo spettatore. Predestination è un film molto bello e ha il grande pregio di raccontare in breve tempo (poco meno di cento minuti) una trama complicatissima in un modo ovviamente non lineare, ma chiaro, e lo fa attraverso le cosiddette scatole cinesi, svelando poco alla volta, passo dopo passo, gli intrighi della storia. Si parte da un lungo racconto in flashback (che poteva essere meno verboso) per poi arrivare a risolvere quello che è un vero e proprio thriller unendo i tasselli di un puzzle. Il film è l’adattamento di un racconto del 1959, Tutti i miei fantasmi di Robert Heinlein, e riesce perfettamente a tradurre con immagini tutto il rompicapo espresso nelle pagine, ricostruendo le epoche in modo fedele ma senza ricorrere a effetti particolari, utilizzando un budget certamente inferiore ai suoi colleghi di genere. Colpisce innanzitutto la macchina del tempo utilizzata, che non è altro che una custodia di violino, mentre anche i viaggi stessi sono dei piccoli flash. Una semplicità, quella scenografica, che si affianca a una notevole capacità di raccontare: le sorprese sono molte e non tutte facilmente intuibili, soprattutto quella finale. E attenzione ai dialoghi, spesso alcune battute innocue celano la chiave della trama. Un film certamente per appassionati, non una commedia come il mitico Ritorno al futuro, ma neanche un polpettone pretenzioso e autoriale a tutti i costi. Un film da rivedere, per cercare di rimettere a posto tutti i tasselli sparsi. Correte a vederlo, l’estate per un paio d’ore può attendere!
Cinema estivo. Weekend italiano alla Rocca di Ravenna dove spiccano Il racconto dei racconti (Garrone) venerdì 3 (a Faenza martedì 7) e Youth (Sorrentino) sabato 4 e domenica 5, ma è ottimo anche martedì 7 L’amore bugiardo di Fincher. Bagnacavallo d’essai e con titoli meno noti, quali Viviane e Samba, mentre martedì 7 e mercoledì 8 è la volta del regista cult Anton Corbijn autore de La spia. Arena del Sole “scientifica” con La teoria del tutto (giovedì 2) e The Imitation Game domenica 5, mentre venerdì 3 è all’Arena Borghesi di Faenza che come classico italiano lunedì 6 propone il mitico western Quien Sabe di Damiano Damiani. Arena anche a Russi lunedì 6 e martedì 7 col recente Fury, mentre Lugo si distingue col Leone d’Oro (giovedì 2), Moretti (Sabato 4) e il grande cartone animato del grande Miyazaki Si alza il vento (lunedì 6).

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