Venezia 2011: come affrontare un festival… e uscirne felici

Dal 1 all’11 settembre il festival di cinema più famoso d’Italia, la Mostra di Venezia, si svolgerà nella sua sessantottesima edizione. In attesa di un dettagliato reportage, già dal prossimo numero, esporrò brevemente sia per chi è intenzionato a visitarla, sia per chi non la conosce e non la vuol conoscere, una breve guida al divertimento più totale, pur passando ore e ore in sala a guardare film.

Intanto tutte le pellicole della mostra sono presentate nella loro lingua originale, con giganteschi sottotitoli in italiano sovrimpressi sulla pellicola (questo per far tacere chi stressa con la sciocchezza «se leggo mi perdo il film») e in inglese in un pannello sotto lo schermo, riservato agli appassionati stranieri sopra il metro e ottanta d’altezza. Lo spazio tra una fila e l’altra non è sufficiente, invece, per tutte le persone alte sopra il metro e sessantacinque. Uno pari. Per i posti che hanno un mini corridoio davanti, si apre quotidianamente una vera e propria guerra fino all’ultimo sangue. Tutte le sale godono di un’aria condizionata in stile supermercato che entro 5 giorni blocca il collo dei tre quarti degli spettatori, fissandolo perfettamente ad altezza schermo e negando di fatto ogni possibile alternativa alla visione di un film. Le proiezioni, per ogni pellicola, sono generalmente tre: una per la stampa, una per accreditati e spettatori proletari, un’altra per spettatori capitalisti o in clamoroso possesso di un biglietto della Sala Grande alla presenza delle annoiatissime star, costrette a rivedersi sullo schermo e ricevere applausi anche se il film fa schifo. Se siete sovrappeso, il Festival è l’ideale: gli stand gastronomici sono talmente pessimi (e cari) che per la prima volta vi viene voglia di azzannare un panino del MacDonald’s che in qualsiasi altro contesto non vorreste mai al mondo. Per non parlare di patatine fritte, una chimera che vi farà passare notti insonni. Sui film della Mostra, il dibattito è aperto: guardare i grandi film in anteprima o film asiatici, africani, che non rivedrete mai nella vostra città? Da casa si sceglie senza dubbio quest’ultima ipotesi, visto che molti film escono in sala entro il mese di settembre, e ciò renderebbe il viaggio in laguna inutile. Una volta al Lido (che non è Venezia, ma un’isoletta bruttina a 40 minuti di vaporetto dalla stazione), dopo sei/sette film africani, filippini, sudamericani, cinesi e compagnia bella, vale anche la pena di riposarsi con qualche sana americanata/italianata/francesata! Ci sono cose che al Lido potrebbero farti arrabbiare, oltre al cibo: 1. il servizio d’ordine composto da energumeni in giacca e cravatta che trattano chiunque non sia vestito come loro come un manifestante anarcoinsurrezionalista; 2. i mille spettatori della sala Grande la sera, vestiti come il servizio d’ordine, che se pagassero le tasse da soli risolverebbero la crisi; 3. la gente che si mette in passerella alle 10  di mattina per vedere la star di turno… in questo caso se è estate pura, ci pensa il caldo a punirli; 4. i cinefilini che considerano capolavoro ogni mattone d’oltreoceano e stroncano ogni film leggero e brioso. Dopo tutti questi brontolii, perché allora andare? Mai come in questo caso, bisogna provare per credere. E non si riesce più a smettere di andare.

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