Zerocalcare in Tv per vivere un’esplosione di emozioni

Strappare Lungo I Bordi ZerocalcareStrappare lungo i bordi (di Zerocalcare, serie tv, 2021)

Questi due anni di pandemia ci hanno (almeno) regalato le strisce animate di Zerocalcare che con amarissima ironia raccontava in maniera caricaturale cosa (forse) gli stesse accadendo durante i giorni di lockdown.
Cortometraggi animati brevissimi che sono divenuti presto virali (in tutti i sensi) e che hanno catalizzato l’attenzione su questo talentuoso e prolifico fumettista, spostandolo in maniera piacevolmente brusca dalla nicchia a un buon grado di fama.
I lettori di fumetti lo conoscono già da una decina d’anni, per le numerose pubblicazioni e un film, non del tutto riuscito, ispirato al suo primo fumetto, La profezia dell’armadillo.
È proprio questo animale, che rappresenta la coscienza dell’autore, e che ora ha la voce di Valerio Mastandrea, che fa idealmente da ponte verso quest’ultima serie (su Netflix) che ripercorre la vita di Zero(calcare), dalle amicizie nate tra i banchi con Sarah e Secco, fino al rapporto con Alice.

Oggetto di demenziali critiche è il linguaggio originale della serie, un romanesco stretto e personale che richiede i sottotitoli per lo spettatore a secco dello slang della capitale, ma che dà un’impronta fondamentale al racconto, che il suo ideatore e regista realizza con la cifra stilistica caratterizzata da un ritmo narrativo (e verboso) vertiginoso, da citazioni continue e da una cura maniacale per i particolari in ogni “tavola” presentata.
La visione dello spettatore diventa quindi per forza doppia, dando prima la precedenza alla storia, per poi tornare indietro a notare, osservare e scoprire l’attenzione data ai dettagli.

Strappare lungo i bordi, il cui titolo rappresenta un’azzeccata metafora che si scopre con la visione, ha un’impronta musicale estremamente forte e interessante, compresa la bellissima e impressiva “Strappati lungo i bordi ” sui titoli di testa di Giancane, talentuoso, straripante e sottovalutato artista amico dell’autore con cui aveva già collaborato per il videoclip di Ipocondria, la sua hit più nota (da vedere); ma Zerocalcare va oltre e porta dentro alcune band di nicchia come Klaxon e Gli ultimi, fino a scomodare mostri sacri del pop di ogni generazione.

La serie rappresenta un’esplosione di emozioni, coprendo tutto l’arco umano possibile, dalla risata di gusto alla lacrima commossa, si divora in un attimo (dura in tutto come una partita di calcio) e si ricomincia da capo per cogliere sfumature e particolari.

Strappare lungo i bordi sta piacendo davvero a tutti e, nonostante l’attitudine al bastian contrario di chi vi scrive, questa volta sul carro saliamo anche noi, con entusiasmo e convinzione, per il motivo più semplice del mondo: è un’opera che nel suo genere sfiora la perfezione.
Si chiede a gran voce un sequel con la voglia di vedere nuovamente le avventure di Zero, ma col timore e la consapevolezza che la magia si possa perdere. Ci piacerebbe vedere anche l’autore raccontare vicende lontane dall’autobiografia, ma avremo tutto il tempo per attendere.
Intanto guardiamo, riguardiamo e godiamocelo.

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