giovedì
31 Luglio 2025

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Le sette porte storiche di Ravenna come “accessi turistici privilegiati”

Lo studio Denara tra i vincitrici di un concorso internazionale promosso dalla Uia

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Le sette porte cittadine di Ravenna viste come “accessi turistici privilegiati” alla città. Con un intervento assai suggestivo dal punto di vista visivo, decisamente interessante in termini pratici, e soprattutto a costi molto contenuti.

È l’idea concettuale che ha permesso allo studio Denara, un giovane gruppo di architetti ravennati di essere fra i cinque vincitori di un concorso internazionale promosso dalla Uia (Unione Internazionale degli Architetti), in collaborazione con l’Unesco.

“Architecture in Transition: from Heritage to Urban Futures”, questo il titolo del concorso riservato ad architetti under 35, aveva come scopo la progettazione di “visitors centers” e servizi propedeutici all’interno delle città: «Mentre le nuove ere introducono sfide profonde e complesse, in particolare per quanto riguarda il degrado sociale e funzionale di molti insediamenti umani, la necessità di risposte architettoniche visionarie diventa sempre più critica per dare forma allo sviluppo qualitativo dell’ambiente costruito in un mondo in rapido cambiamento», si legge nel concept del concorso.

E i quattro soci di Denara – i ravennati Francesco Rambelli, 32 anni; Niccolò Calandrini, 33; Mirko Tavaniello Boresi, 32; e il trevigiano Nicolò Franchetto, 32 – hanno scelto di valorizzare Ravenna puntando sulle sette porte dell’antica cerchia muraria cittadina, oggi prive di utilizzi specifici: pensando di strutturarle con elementi semplici ma caratterizzanti, utili al visitatore per avere le informazioni necessarie a visitare la città da qualsiasi accesso decidano di entrarvi.

La loro idea è piaciuta al punto di essere entrata nel quintetto vincitore del premio, consegnato durante una prestigiosa iniziativa organizzata dall’Unesco a Palazzo Strozzi di Venezia.

«Siamo davvero soddisfatti – raccontano i quattro -. Abbiamo scelto di ideare questo intervento basandoci sui mosaici di Sant’Apollinare Nuovo, che ritraggono le mura della Ravenna dell’epoca: questo richiamo al nostro patrimonio Unesco, unito all’ipotesi progettuale che abbiamo proposto, evidentemente è piaciuta alla giuria. E per noi è ovviamente un grande orgoglio, e uno stimolo a continuare in questa direzione operativa».

 

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