Tendenza silenzio da Maison et Objet 201

Le novità dalla rassegna internazionale di Parigi con le creazioni di Malerba, Turroni/Ravelli, Rou Design e altri brand del territorio romagnolo

Canoa (seduta in vetroresina), Verter Turroni e Emanuela Ravelli per Imperfettolab

All’ultimo Maison et Objet di Parigi il tema di quest’anno è stato il silenzio. La trendsetter e creativa Elisabeth Leriche che  ha curato l’allestimento all’ingresso della fiera francese, ha spiegato  il concept–fil rouge di quest’anno con queste parole: «In un contesto di iperconnessione, di flusso incessante di informazioni e di immagini onnipresenti, di schermi e di rumore, lo stile degli interni dovrà sempre più rispondere alla necessità di calma e serenità, proponendo nuovi modi di vivere e di essere. Questa ricerca di sconnessione è la risposta al bisogno di riprendere il controllo del tempo della nostra esistenza. Gli architetti stanno esplorando soluzioni d’insonorizzazione e i designer stanno studiando nuove modalità per isolarsi dal mondo, sia in spazi pubblici sia in spazi privati. Serenità e Semplicità sono due porte che si aprono sulla Bellezza e sono due spazi oggetto di indagine da parte di fotografi artisti e designer.  Il mio Inspirations Space è un invito a un Viaggio attraverso le terre sacre del Silenzio, un silenzio che è diventato prezioso perché così raro ed è diventato un elemento di lusso in grado di ispirare ogni aspetto della progettazione».  A questo proposito nel suo ultimo libro Le virtù del silenzio (Mimesis, pp. 106) il sociologo Michel Maffessoli spiega come la postmodernità stia superando la visione materialista del mondo moderno, esaltando il potere dello spirito contro l’economicismo dominante. Secondo Maffessoli la ricerca del silenzio è un tratto dominante dei nostri tempi; una tendenza che si ritrova in molte pratiche oggi sempre più diffuse come il ritiro, i pellegrinaggi di vario genere, la preferenza per letture religiose e filosofiche. Seguendo questa ipotesi si capisce perché L’Arte di essere fragili – Come Leopardi può salvarti la vita, il bel libro di Alessandro D’Avenia indirizzato ai giovani ( ma acquistato anche da chi giovane non è più), è balzato in testa alle classifiche ad una settimana dall’uscita a fine ottobre e resta ancora saldamente al primo posto ad inizio febbraio. E chi, se non Leopardi, è il poeta dell’infinito silenzio?
E cosa, se non un libro che dissolve la supposta apatia della generazione più giovane e la colloca sullo stesso piano di bisogni emotivi degli anziani, dei cinquantenni post-ideologici, dei rampanti del nuovo millennio, segna il bisogno di sconnessione contemporaneo, la distanza necessaria e ambita dall’Io esisto in quanto consumo. Sintomi, questi, di una necessità che attraversa il mondo contemporaneo occidentale in modo transgenerazionale e che rispecchia, come rileva giustamente Leriche, il bisogno di allontanarci dal sovrapporsi bulimico di immagini e rumori, dal multi­tasking che ci obbliga incessantemente a controllare mail, cellulari, applicazioni che inquinano la nostra vita con disordini estetici confusivi, invadenti e, alla fine, totalmente inutili. Così la natura diventa un rifugio e ci si mette in viaggio, a piedi lungo la Via Francigena o più semplicemente impugnando le racchette del Nordic Walking.

Nello stesso tempo, anche la casa diventa il rifugio-cocoon, dove ritrovare e riprendere il proprio tempo che, come il silenzio, è diventato un lusso, nella consapevolezza che è l’unica cosa che, una volta persa, non si può riacquistare più.

Alla kermesse parigina pensata come una grande moodboard di colori, profumi, setting dedicati a questa dimensione sussurrata, erano molte anche le presenze italiane ospitate nelle quindici sezioni tematiche suddivise in tre macro aree: Maison, Objet e Influences. Uno degli stand più divertenti era quello di Seletti che ha presentato tre nuovi oggetti – veramente silenziosi – della collezione Estetico Quotidiano: il bicchiere in vetro a doppia camera – per liquidi caldi e freddi –, il cartone per il latte e il bollitore per il latte, entrambi in vetro bo­ro­silicato, rigorosi e trasparenti. Sempre da Seletti si sono visti gli Hybrid rugs, ironici  tappeti/ arazzo in poliestere riciclato al 100% 100 disegnati dal duo CTRLZAK, e Luminarie, il nuovissimo progetto dell’artista e designer Marcantonio Raimondi Malerba, a metà strada tra il light design e l’oggetto di arredo: tre specchi – piccolo, medio e grande – e una testiera per il letto di legno in forme irregolari decorati da tante piccole lampadine che, oltre ad illuminare, aggiungono un tocco onirico e fiabesco all’ambiente, seguendo la stessa ispirazione, trasognata e gentile delle Monkey Lamp e delle Mouse Lamp del giovane designer romagnolo.
Con Malerba erano a Parigi anche altri progettisti della nostra area, evidentemente molto creativa,  con pezzi affini come nucleo poetico e concettuale ai temi individuati come fil rouge della manifestazione. Il primo, l’ImperfettoLab di Longiano, è lo studio nel quale nascono, grazie alla coppia di artisti designer Verter Turroni ed Emanuela Ravelli, arredi/opere d’arte di sapore pauperista realizzati in vetroresina, rifiniti a mano e collocabili in una dimensione liminale tra l’opera d’arte e il design: più “artistici” di un multiplo d’artista e nello stesso tempo più funzionali perché “ abitabili” all’interno di una casa. La seduta Bioma, la libreria modulare Favo, la panca Olmo, presentati a M&O17 sono soltanto alcuni dei loro progetti, tutti molto affascinanti e in linea con la bellezza semplice e disarmante della natura.

Dall’alto: oggetti d’arredo/opere d’arte di Verter Turroni ed Emanuela Ravelli, prodotti dallo studio Imperfettolab di Longiano

Anche il duo di Rou Design, di base a Ravenna e composto dalle amiche/designer Monica Cortesi e Marzia De Lorenzi,  si muove su territori affini all’ImperfettoLab ma crea pezzi unici che possono essere abiti, tessuti e arredi.  Il termine rou è Raw, cioè grezzo in Afrikaans, e indica un modo di lavorare che parte sempre dalla qualità primaria dei materiali con interventi manuali minimalisti e poetici che rendono ogni oggetto o manufatto un pezzo unico, sia esso una giacca in lino operata sia esso un tavolo ricavato da una lastra lignea recuperata dal mare. Di sapore meno arditamente sperimentale, ma ugualmente in piena sintonia con il moodboard di M&O17, altri brand del territorio: Migani Home di Riccione, da sempre noto per il luxury caldo e avvolgente delle sue proposte e dei suoi complementi d’arredo per l’indoor e l’outdoor, con particolare riferimento all’Hotellerie, All’Origine di Imola e il suo vintage fortemente emozionale che mescola il sacro e profano del recupero partendo dalla memoria e dalla qualità, anche storica, degli oggetti. C’erano anche il design essenziale e la fascinazione tattile della lavorazione artigianale delle pietre naturali italiane dei prodotti di Room Pietra e Oggetti di San Marino  e infine le proposte del gruppo Mondo Sofa di Bertinoro, una certezza a livello di mercato internazionale, articolate nelle tre linee, dal classico ZaniSofa, al più moderno VerySofa, al contemporaneo e personalizzabile, Madinitaly, ognuna progettata nei minimi dettagli con l’obiettivo di unire la qualità estetica alla funzionalità e al massimo comfort a livello di imbottitura, ergonomicità e seduta.

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