Eccellenze ravennati

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Vista della facciata della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

Tante sono le Città d’Italia dotate di eccellenze artistiche peculiari e spesso esclusive. Questa scheda divulgativa vuol mettere l’accento sulle principali eccellenze di Ravenna, denominata con Roma, negli studi, quale città eterna: uno studioso ha precisato dagli Etruschi ai giorni nostri (Ravenna Eterna: Dagli Etruschi ai Veneziani, di Massimiliano David, Jaca Book, 2013). Il sommario, per capitoli principali, dovrà includere per Ravenna, a partire dal Porto di Augusto prima del 14 d.C., con la flotta della Classis prætoria: appunto i destini di Classe e della imponente Basilica paleocristiana classense come poli di attrazione. Ma tre monumenti funerari, mausolei di fama, sono emergenti: la tomba dell’imperatrice Galla Placidia (V secolo d.C.), la tomba di Teodorico (V-VI secolo d.C.), la tomba di Dante (sepoltura nel 1321). Sono sepolture che fanno memoria di costellazioni di eventi di storia della cultura che riempiono archivi storici e dotano biblioteche di fama mondiale nella letteratura. Una prima eccellenza deve essere indicata nei cicli musivi delle basiliche paleocristiane. Una seconda eccellenza deve essere veduta in singolarità della storia culturale: tale è il fatto che solo Ravenna, nella storia dell’Impero Romano, possiede la realtà di avere una Chiesa ariana, accanto all’imponente rilevanza della sua sostanza di Chiesa cattolica dei secoli imperiali.

Chiese dell’Arianesimo storico, tra Oriente ed Occidente, sono state numerose ma presso nessuna c’è stato un fenomeno come il Re Teoderico: un Goto, barbaro romanizzato che vive, non sopravvive, nei monumenti della sua storia: la Cattedrale degli Ariani, con il Battistero degli Ariani e la Basilica del Palazzo teodericiano: la Basilica ora denominata Sant’Apollinare Nuovo. Nei musaici dei muri parietali di questa basilica sono da segnalare la rappresentazione della Città di Ravenna (a destra entrando), la Città di Classe-Porto (a sinistra) con i particolari delle navi per il porto, e dei plessi urbani dei monumenti di Ravenna cattolica (Cattedrale Ursiana, Battistero Ursiano-Neoniano, palazzo arcivescovile cattolico) quando il plesso ariano (Città ariana) è da vedere nei tre edifici definitivi ritratti in musaici comandati da Vescovi ariani e clero ariano: la cattedrale ariana (tuttora in Basilica dello Spirito Santo), il Battistero ariano tuttora accanto alla relativa Cattedrale degli Ariani.
Nessun’altra città del mondo antico, in Oriente ed Occidente, all’infuori di Ravenna possiede, in edifici a tre navate, tale monumentale memoria della Chiesa ariana storica. Inoltre, in quella che era la Basilica ariana palaziale di Teoderico e nel Battistero ariano che vediamo decorato di cicli musivi, le simbologie ariane rappresentanti la fede cristiana ariana in contrasto con la fede cristiana della grande Chiesa cattolica sono documentate nei musaici stessi detti “pittura eterna”. Singiduno (sopravvivente in Belgrado) con altre città ariane, ha avuto le immagini ariane ma tutto è scomparso: solo Ravenna tramanda questa straordinaria memoria storica, Rimini (Ariminum), che va sempre tenuta presente come straordinaria città imperiale romana interessante Ravenna, ha ospitato il celebre “concilio” filoariano del 359 con oltre 500 vescovi, ma fa storia di “transizione”, mentre la storia di ariana duratura di Ravenna è tuttora insegnata dalla “cattedra” dei monumenti.

Vista dell’esterno del Battistero degli Ariani, l’intradosso della Cupola  e vista dell’interno

L’eccellenza dei cicli musivi ravennati porta, dunque, a sottolineare peculiarità che a Roma stessa sono presenti ma con “incertezze”. Ad esempio i musaici capitali di Santa Pudenziana sono stati manomessi, mentre le grandi absidi di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano hanno subìto amplissime trasformazioni con addizioni sproporzionate. A Ravenna San Vitale e Sant’Apollinare in Classe devono essere additate come conservazioni di eccezionale integrità e durata. Una forma di peculiarità ravennate che non mette conto di considerare esclusiva ma che certo pare diversità per rapporto a Roma è la certezza della committenza nei due importanti casi del vescovo Pietro Crisologo (per i monumenti placidiani) e dell’arcivescovo Massimiano per la superba imperiale Basilica di San Vitale in rapporto all’imperatore Giustiniano e alla moglie Teodora. Il Crisologo è certamente responsabile della disposizione cultuale biblico-liturgica del ciclo intero del Mausoleo di Galla Placidia e della connessa Basilica di Santa Croce. Mentre la pregnanza dei significati cristologici-imperiali di San Vitale è apporto teologico dovuto all’Arcivescovo Massimiano che ha creato una sintesi straordinaria di coniugio sorprendente tra Costantinopoli per l’Oriente e Ravenna-Roma per l’Occidente. Per Costantinopoli la prelazione di riferimento dovrà rimanere Santa Sofia, ma dove, a Santa Sofia, si troveranno i ponti di un tragitto che coinvolga il massimo ravennate di San Vitale e Sant’Apollinare in Classe con le realtà della capitale di Costantino e dei successori fino al VI secolo?

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Vista del Mausoleo di Teodorico

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