L’imprenditore illuminato. Un ricordo di Valerio Maioli

Con i suoi progetti innovativi e le sue invenzioni ha dato luce ai siti archeologici di Pompei, Agrigento, Siracusa, Paestum

Un ritratto di Valerio Maioli

Abbiamo aperto il 2016 con la commemorazione di Filippo Monti. Oggi ricordiamo un valente imprenditore ravennate che ha legato il proprio nome al tema, splendido se era uno come lui a trattarlo, dell’illuminazione, in particolare degli spazi pubblici. Due mesi fa ci ha lasciato Valerio Maioli, cedendo a qualcosa di più tenace di lui, e chi lo conosce sa che il personaggio era, come si direbbe, uno “tosto”. Un curriculum d’eccezione è sui nostri tavoli ha dimostrarlo. Uomo di cultura non soltanto tecnica, Maioli era uno che guardava sempre avanti a sé, a quelli che si potevano forse intravedere oggi come i problemi veri di domani. Aveva fondato la sua prima azienda a Ravenna nel 1977, rivolta all’installazione di impianti elettrici, elettronici e di telecomunicazioni, che si evolse nel 2003 nella società per azioni Valerio Maioli spa, con sede principale a Ravenna e in una società a responsabilità limitata con sede a Napoli. Le vicissitudini del lavoro lo avevano costretto a chiudere l’azienda nel 2012, ma aveva continuato a lavorare nel campo dell’illuminazione come consulente, come era avvenuto per il Darsena Open Show di luglio 2015. Eccelleva infatti nell’illuminazione d’avanguardia, per esempio legata alle aree archeologiche: Pompei, Agrigento, Siracusa e Paestum. «È stato il primo presidente dell’Associazione “Amici di RavennAntica” – racconta la presidente Elsa Signorino – anzi, era un’operazione che avevamo costruito insieme a lui e aveva svolto il suo ruolo in maniera eccellente. Ci aveva coinvolto in memorabili esperienze a Paestum e in Sicilia, dove aveva alcuni dei suoi splendidi lavori. A Ravenna aveva firmato le belle illuminazioni delle nostre prime mostre a San Nicolò».

Era diventato famoso anche per l’impegno nella Formula 1, in particolare con l’illuminazione in notturna del Gran Premio di Singapore nel settembre 2008, la prima corsa disputata con luci artificiale. Per questo era stato premiato a Colonia, Londra e Montecarlo, come riconoscimento di un’indubbia maestria nell’innovazione tecnologica in questo settore.
A Ravenna ricordiamo le “sue” illuminazioni del complesso di San Vitale e della Zona Dantesca, ma oggi preferiamo soffermarci a parlare del suo ultimo progetto, che riguardava l’innovazione tecnologica del Teatro Alighieri di Ravenna. Il 2 settembre 2015 Maioli consegna al sovrintendente Antonio De Rosa una corposa relazione, in cui indica quali prospettive il teatro potrebbe realizzare per rimanere in linea con le altre grandi istituzioni teatrali in campo nazionale e internazionale. Le proposte sono anticipate da un breve excursus “storico” sul suo rapporto con il mondo dello spettacolo teatrale. Risale infatti al 1984, come lui stesso racconta, la sua proposta di trasmettere in diretta all’Ospedale di Ravenna lo spettacolo Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller con Gastone Moschin in scena. L’idea venne ripetuta con successo due anni dopo con Luciano Pavarotti al Comunale di Modena e quattro anni dopo alla Rocca Brancaleone di Ravenna: «collegammo con ponti a microonde la Rocca alla Loggetta – racconta Maioli – dove allestimmo un cubo di circa 5×5 metri di lato e, di fronte a tre dei suoi 4 lati, montammo altre tribune provvisorie capaci di oltre 2500 posti a sedere oltre a tre sistemi video proiezione e di diffusione sonora, uno per ogni faccia del cubo».

Sopra a sinistra, due dispositivi illuminanti per proiezioni in esterno realizzati dalla Società di Valerio Maioli. A destra gli stessi dispositivi installati presso il Teatro Greco di Siracusa

Nel 1998 Maioli viene chiamato dal Soprintendente per i Beni architettonici di Napoli, Architetto Giuseppe Zampino, per studiare la grande illuminazione di Piazza del Plebiscito e del centro storico della città. Anche in quel caso realizza un ponte radio tra il teatro San Carlo e la piazza, estesa a case di riposo e carceri. «All’interno del teatro – riprende il suo racconto – tra il primo e il secondo ordine di palchi vennero installate delle telecamere remotate, i cui movimenti erano silenziosissimi», cosicché gli operatori potevano comandarle direttamente da una regia posta sotto il palcoscenico. Maioli ricorda inoltre il concerto del 27 giugno 2004 all’Alighieri con la filarmonica della Scala diretta dal Riccardo Muti, trasmesso in diretta da Maioli via satellite in piazza del Popolo di Ravenna e con il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, dove il Maestro aveva studiato da ragazzo con Vincenzo Vitale. La diffusione in streaming consente, questo Maioli lo crede fermamente, un aumento del pubblico oltre a quello in sala, prefigurando anche importanti risvolti sociali, in quanto trasporta suono e immagini anche in luoghi particolari, come ospedali, case di cura, case di riposo e carceri. Ma si pensi anche all’idea di poter assistere ad un concerto importante come quello dei Berliner semplicemente accedendo tramite una password.

Lampade del Teaatro Alighieri di Ravenna per il quale Maioli aveva studiato un impianto più efficente ed escostenibile

Una caratteristica della Relazione Maioli 2015 per il rinnovo impiantistico dell’Alighieri riguardava l’attenzione rivolta «alle persone disabili non presenti in Teatro». Perciò proponeva di dotare lo spettatore di uno smartphone su cui ricevere informazioni sul programma trasmesso in diretta dal Teatro con i sottotitoli nella lingua desiderata e con l’audio appropriato alla sua eventuale disabilità; in gergo si definisce il captioning dello spettacolo, vale a dire la diffusione di sottotitoli di un testo teatrale o di un brano musicale. Proponeva inoltre l’uso di display grafici posti sul palcoscenico in posizioni differenziate, addirittura piccoli monitor da inserirsi nelle poltrone della platea – evidentemente prefigurando un aumento della distanza tra gli schienali – fino alla consegna di occhiali personali per non udenti o non vedenti, dotati di microauricolare personale con cui ascoltare la descrizione di quanto avviene sul palcoscenico e delle scenografie allestite. All’Alighieri aveva proposto anche la sostituzione delle lampadine ad incandescenza poste nel 1991-1992 con altrettante lampade a led. Seguendo il suo consiglio si è recentemente proceduti al totale rifacimento del parco lampade, forte di più di 800 luci, che ha portato ad un risparmio sui consumi pari all’86%. In queste brevi note non riusciremo certo a descrivere compiutamente Valerio Maioli, come anche il suo progetto di realizzazione di un nuovo impianto audio e video in linea con i tempi. Ci vorrebbero altri spazi. Però almeno regaliamoci il piacere di un bel ricordo di un uomo che ha sempre guardato in faccia al futuro, cui purtroppo due mesi fa una malattia maligna ha chiuso la porta di questo mondo, forse per farlo affacciare su uno migliore.

Sopra, sequenza del cambio di colore di luci subacque realizzate da Maioli a Singapore

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