Avvocati, magistrati, consulenti e periti per sei ore nella villa del massacro

L’incidente probatorio, a un mese dall’assassinio, sul luogo del delitto
Il noto dermatologo Matteo Cagnoni resta in carcere

Per sei ore nella villa del massacro, indossando tute e calzari per non contaminare l’ambiente: i magistrati dell’accusa, gli avvocati della difesa e della famiglia della vittima e poi tutti i consulenti e i periti nominati dalle parti.

È cominciato così ieri, 17 ottobre, a un mese esatto dall’assassinio, l’incidente probatorio nell’ambito delle indagini che vedono il dermatologo 51enne Matteo Cagnoni in carcere da un mese con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato della 39enne moglie Giulia Ballestri.

Gli esiti sono attesi entro un paio di mesi: l’attenzione si concentra su alcuni elementi che potrebbero essere prove decisive di un futuro processo. Proprio questo lo scopo dell’incidente probatorio: cristallizzare le prove raccolte finora per evitare contestazioni sulla loro validità scientifica o il deterioramento delle tracce.

Secondo quanto si apprende oggi dalle pagine dei quotidiani Resto del Carlino e Corriere Romagna, i punti sotto la lente sono diversi. Le impronte e le orme insaguinate lasciate in vari punti della casa, in particolare quella di una mano su un vecchio frigorifero e quella di una scarpa: il sangue è quello di Giulia? La mano è quella del marito? La scarpa è la stessa trovata a casa dei genitori di Cagnoni messa ad asciugare? E poi due cuscini con probabili tracce di sangue, l’auto del medico arrestato e del padre, il materiale prelevato da sotto le unghie della vittima per il Dna, il bastone di legno di 55 cm di lunghezza e 6 di diametro usato per uccidere la donna, il telefono di Giulia, il computer del medico.

Qui sotto una gallery con il sopralluogo degli inquirenti.

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