Prostituzione: dieci arresti e beni confiscati per oltre 1 milione

L’operazione Impero, diretta dalla procura di Ravenna, ha individuato un’associazione attiva in Emilia Romagna e Lombardia

Dieci arresti di persone sospettate di essere capi, promotori e partecipi di un’associazione che controllava la prostituzione sull’intera tratta romagnola della SS16 Adriatica e che erano attivi anche a Bologna, Lodi, Cremona e Milano. Sequestrati beni per quasi un milione di euro nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Lodi.

Dopo due anni di indagini, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Ravenna, l’operazione detta “Impero” è partita, nella notte del 2 novembre scorso, con l’irruzione dei carabinieri all’interno di una discoteca di Codogno (LO). Nel locale, preso in affitto per l’occasione, era in corso un party in stile gitano, con musica tradizionale dal vivo ad altissimo volume, champagne e frutta. Interrotta la musica ed accese le luci in sala, sono scattate le manette per i primi 5 catturandi (i fratelli Zisu Robert Albano, 30 anni, Zisu Viorel, 28 anni, Petre Sorin Adrian, 28 anni, Mirzescu Adrian Luigi, 26 anni e Nicolae Catalin, 28 anni) ed i sequestri di un’Audi A8 e una BMW X6 parcheggiate all’esterno del locale tra decine di veicoli di lusso, tutti a targa romena.

Contemporaneamente, in coordinamento nazionale, gli uomini dell’Arma hanno perquisito 5 abitazioni del centro di Forlì, rintracciando Zisu Robert Ovidiu, 35 anni, e sottoponendo a sequestro, nelle abitazioni delle mogli degli indagati, denaro contante per decine di migliaia di euro e beni mobili (tra cui una Mercedes).

Manette, a Cesenatico, anche per Vasileva Kameliya, 35enne, cittadina bulgara, leader del controllo delle piazzole lungo l’Adriatica, legata all’associazione criminale romena dall’accordo commerciale del pagamento di 500 euro a settimana per ogni prostituta schierata in strada (nel periodo estivo, si arrivava anche a 30 donne contemporaneamente, da Rimini a Ravenna), già sottoposta a fermo all’inizio dell’estate (unitamente al suo compagno Chakarov Rumen, 35 anni, la sorella Vasileva Antoaneta, 33 anni, e il loro connazionale Iliev Svilen Genchov, 42 anni) per la violenta attività estorsiva commessa ai danni delle prostitute che, estranee all’accordo commerciale, tentavano di inserirsi nel mercato della prostituzione. Sequestrato infine un appartamento di Milano Marittima adibito a casa di prostituzione e concesso in locazione da un’imprenditrice del posto, anche lei indagata per favoreggiamento della prostituzione.

L’unico a sottrarsi alla cattura, Petre Sorin Sorin, 47 anni, risulta latitante all’estero.

Secondo l’accusa, i 7 romeni avevano costituito un’associazione per delinquere, minuziosamente documentata a partire da una denuncia raccolta, agli inizi del 2015, dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cervia-Milano Marittima. In militari di quel reparto hanno ricostruito i rapporti esistenti tra decine e decine di prostitute e i rispettivi protettori, nonché documentato – attraverso indagini, sia di tipo tradizionale, sia a contenuto più tecnologico – l’esistenza di un’articolata attività di organizzazione della prostituzione mediante pubblicazione di annunci on line (facebook, siti di incontri, etc.), locazione di immobili (appartenenti a imprenditori e professionisti di Milano Marittima e dintorni) per la consumazione dei rapporti sessuali; pagamento dei sopra descritti “canoni” per l’occupazione delle piazzuole di sosta (in favore della donna bulgara); svolgimento di pianificati servizi per assicurare, in strada, di giorno e di notte, l’ordinato e sicuro svolgimento del meretricio.

L’indagine, diretta in prima persona dal Procuratore della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini, svela – per la prima volta, su scala tanto vasta – l’esatto funzionamento di un fenomeno radicato da decenni sul territorio della Romagna e comunemente associato a degrado ed allarme sociale.

Sfrontati e spericolati, alla fine della scorsa estate, gli indagati erano stati multati perché, dopo una lussuosa cena di pesce a Milano Marittima, avevano deciso di sfrecciare sulla sabbia delle spiagge di Cervia a bordo di due Suv: un’Audi Q7 e una BMW X6.

In allegato l’organigramma dell’organizzazione secondo le accuse e secondo quanto ricostruito dalle indagini.

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