
Dopo aver “scoperto” che la mafia fa affari anche da queste parti, ora l’Emilia-Romagna potrebbe avere il suo primo pentito. Nicola Femia, secondo quanto riportano i maggiori quotidiani nazionali, starebbe infatti collaborando con i magistrati della Dda di Bologna il giro d’affari tra la ‘Ndrangheta e l’Emilia Romagna. Femia è stato condannato a febbraio a 26 anni e 10 mesi nell’ambito del processo che lo vedeva imputato insieme ad altre 29 persone per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il business principale secondo i magistrati era quello delle slot machine truccate che aveva diramazioni anche nel Ravennate (dove la famiglia viveva) e nell’Imolese. Secondo le ricostruzioni dei quotidiani, già al momento della condanna l’uomo aveva cominciato a parlare con i magistrati: il primo verbale porterebbe infatti la data del 16 febbraio.
Femia starebbe raccontando la connessione tra gli imprenditori emiliano-romagnoli e i clan calabresi. Per ora, come ha spiegato il procuratore Giuseppe Amato al Corriere della Sera sta dando «indicazioni utili sia a noi che ad altre Procure», nello specificio quella di Catanzaro e la dda di Roma. Da queste rivelazioni potrebbero partire altre inchieste e Femia potrebbe quindi guadagnarsi la fiducia dei magistrati che pochi mesi fa lo hanno fatto condannare.