
Ha voluto premettere che non si tratta di selfie ma di scatti fatti da una collega, come intuibile dal fatto che alza entrambi i pollici accanto al cadavere di una paziente, e poi li ha spiegati facendo riferimento alla «necessità di stemperare la tensione che raggiunge livelli allucinanti in certi reparti in cui tutti i giorni sei a contatto con il dolore e la morte»: Daniela Poggiali, 45enne ex infermiera di Lugo condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di una sua paziente e poi assolta in Appello, ha accettato l’invito della trasmissione televisiva Mattino 5 e ha risposto alle domande della conduttrice Federica Panicucci. «Sono foto brutte, irrispetosse e immorali ma per quelle ho già pagato con il licenziamento e mi sono scusata con i familiari della donna». Che non è la paziente per cui era accusata di omicidio.
Per quanto riguarda lo stravagante colore dei capelli con cui si è presentata in collegamento dallo studio dell’avvocato Lorenzo Valgimigli di Faenza, un fucsia acceso, ha detto che è stata la risposta alla voglia di cambiare dopo oltre mille giorni di carcere.
La vicenda della 45enne lughese è ormai nota. Accusata di aver ucciso Rosa Calderoni, 78enne deceduta l’8 aprile 2014 all’ospedale di Lugo, con una iniezione di potassio letale. In primo grado è stata giudicata colpevole e condannata al fine pena mai mentre in Appello a luglio scorso è stata assolta perché il fatto non sussiste: non ci sono elementi per affermare che le cause di morte dell’anziana siano esterne.
La trasmissione tv ha dato voce anche ai figli della Calderoni. Entrambi hanno ripercorso quella mattina in cui la madre morì e ora chiedono di capire per cosa è morta: «Se non è stata l’infermiera mi dicano di cosa è morta», chiede il figlio.
La donna ha detto di voler tornare a fare il suo lavoro se le verrà data la possibilità di farlo. Su questo fronte dipenderà quale evoluzione prenderà il procedimento disciplinare che sta valutando l’ordine degli infermieri.