L’abbraccio della città ai due poliziotti morti in servizio: «Orgogliosi di voi»

Il funerale si è tenuto questa mattina in Duomo, riempito da centinaia di divise e da tanti cittadini. Il ricordo commosso dei fratelli di Nicoletta e Pietro

RAVENNA 20/09/17. FUNERALE DEI 2 POLIZIOTTI MORTI NELL’ INCIDENTE DI LIDO ADRIANO

I feretri arrivano in Duomo alle 10.57. Ne usciranno un’ora e dieci dopo, lasciandosi alle spalle il carico di dolore che ha rigato tanti volti di uomini in divisa che, per mestiere, non sempre possono lasciarsi andare ai sentimenti. Stavolta è diverso: la preghiera a San Michele Arcangelo, protettore della polizia, viene letta con la voce piena di commozione alla fine di una cerimonia dura, intensa.

L’intera città e tutte le forze dell’ordine, con in testa ovviamente la polizia, ha reso omaggio questa mattina a Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi, i due agenti morti nella notte tra sabato e domenica in un incidente stradale a Lido Adriano. La chiesa accoglie le centinaia di persone, di certo più di un migliaio, arrivate per l’ultimo saluto ai poliziotti. Pietro e Nicoletta stavano andando ad aiutare una pattuglia impegnata a sedare una lite in un campeggio a Lido di Dante. Lui era un giovane agente non ancora trentenne, lei un’esperta sostituto commissario di 53 anni, accomunati dalla divisa e dal destino. Si capisce che, davanti all’altare, Nicoletta è a destra e Pietro a sinistra dai cappelli sopra al feretro, tocco di diversità nell’abbigliamento maschile e in quello femminile della polizia.

La cattedrale è piena del dolore di due famiglie e una città che non può fare altro che stringersi attorno a loro. Chi crede, trova consolazione nella preghiera e nelle parole dell’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni che ricorda tra le altre cose «il ruolo sociale sempre più accentuato» della polizia e delle forze dell’ordine in un’epoca in cui la richiesta di sicurezza è alta ma le risorse finanziarie scarseggiano. Ci pensano allora le risorse umane a farsene carico e – come sottolinea anche una frase del Vangelo citata dallo stesso religioso – a «farsi trovare pronti». Proprio come si erano fatti trovare pronti gli agenti Pezzi e Missiroli rispondendo all’ultima chiamata della loro vita. «Due figli della nostra terra – dice il vescovo – sono morti in servizio per prestare aiuto agli altri».

Il capo della polizia Franco Gabrielli ascolta le parole di Ghizzoni, e partecipa alla cerimonia il cui momento più toccante arriva con il ricordo dei fratelli di Nicoletta e Pietro. «Quando succedeva qualcosa mi dicevo: “Ne parlerò con Nicoletta”, così come quando da ragazzino combinavo qualche guaio. So che, pur non guardandoti più negli occhi, potrò farlo ancora». Cesare, uno dei due fratelli di Pietro, ha ringraziato la città a nome della famiglia e ha ribadito l’orgoglio di vedere quel cappello sopra il feretro: «Ci hai fatto un bel dispetto, ma abbiamo capito quanto ti volevamo bene. Mi sono emozionato al saluto dei tuoi colleghi e lasciami dire che sono orgoglioso di te».

Orgoglio e gratitudine sono in fondo i sentimenti che restano quando finisce la cerimonia ufficiale: mentre un freddo vento autunnale tenta di asciugare le lacrime dei presenti un applauso rompe il silenzio militare. Le auto lasciano la piazza dirette ai cimiteri di Godo e Fusignano, lo Stato lascia spazio al lutto privato e al vuoto rimasto tra i familiari, gli amici e i colleghi di Nicoletta e Pietro, caduti della Polizia di Stato.

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