Provvedimento amministrativo, presentato il ricorso per evitare la chiusura. Per i legali tutto era già stato smentito dal Tar
L’interdittiva antimafia è un provvedimento amministrativo con finalità preventive. Secondo i legali va annullata perché non sussistono i presupposti su cui si fonda. In particolare le ragioni dell’interdittiva sarebbero da ricercare in due circostanze passate che avrebbero fatto emergere presunte vicinanze tra la società o alcune persone titolari di cariche sociali e appartenenti a famiglie considerate inserite nel contesto malavitoso. Per gli avvocati già il Tar del Lazio nel 2014 aveva giudicato illegittimi questi due accertamenti.
Per evitare di arrivare alla chiusura dell’attività – ipotesi al momento lontana ma che potrebbe essere l’esito di una serie di provvedimenti amministrativa scattati a cascata dopo l’interdittiva – la società ha proposto di affiancare un amministratore giudiziario ai vertici della società e di introdurre nl cda un generale in pensione esperto di criminalità organizzata con funzione di vigilanza.
«Fermo e impregiudicato il diritto di difesa in giudizio dei soggetti interessati e l’esito delle verifiche di legittimità che spettano alla magistratura – dice il deputato di Possibile, Andrea Maestri – non posso che registrare favorevolmente l’iniziativa della prefettura tesa a prevenire il pericolo di infiltrazioni mafiose nell’economia locale. Desidero ringraziare pubblicamente il prefetto Francesco Russo e i funzionari prefettizi che stanno operando con competenza e rigore in un ambito troppo spesso non presidiato con la necessaria attenzione da politica e istituzioni».