Per 160mila euro Cagnoni passò al fratello un patrimonio di oltre 1,5 milioni

Decima udienza / Gli accertamenti della guardia di finanza mettono in luce le manovre del dermatologo ora a processo per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri: a marzo 2016 mentre emergeva la crisi coniugale e la donna iniziava a nutrire desideri di separazione, il 53enne si liberava di case e fondi con donazioni e vendite a valori molto inferiori alle stime di mercato

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La palazzina di via Giordano Bruno in cui vivevano Matteo Cagnoni e Giulia Ballestri con i tre figli

Mentre la moglie Giulia Ballestri cominciava a esternare tra le mura domestiche la propria sofferenza per un rapporto coniugale ultradecennale, il marito Matteo Cagnoni si liberava di un patrimonio di stimato tra 1,6 e 1,9 milioni di euro (tra fondi di investimento e immobili) vendendolo o donandolo al fratello per un totale di appena 160mila euro. È una circostanza emersa durante la decima udienza del processo in cui il 53enne dermatologo è imputato per l’omicidio della 39enne consorte avvenuto il 16 settembre 2016.

La giornata odierna, 19 gennaio, si è aperta con la deposizione del luogotenente Enrico Negrini del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza che, rispondendo alle domande del pubblico ministero Cristina D’Aniello, ha presentato ai giudici gli esiti degli accertamenti patrimoniali fatti dalle Fiamme Gialle sulle proprietà e sui conti correnti del medico in custodia cautelare da tre giorni dopo il delitto. Le cessioni avvenero tutte nel mese di marzo del 2016 con tre operazioni: per la parte immobiliare vennero fatti due atti dal notaio Fabrizio Gradassi (il primo riguardava quattro immobili e il secondo un quinto) e per i fondi invece si rivolse all’agenzia che ne aveva la gestione.

Il primo atto risale al 10 marzo. L’imputato dona il 50 percento della nuda proprietà di un villino a Marina Romea al fratello Stefano che già deteneva l’altra metà: nell’atto viene indicato un valore di 54mila euro per l’immobile ma l’osservatorio immobiliare fa una stima che oscilla tra 330mila e 430mila. Il 100 percento dell’abitazione di via Giordano Bruno, quella in cui vivevano i coniugi con i tre figli, è vautata tra 300mila e 450mila euro dallo stesso osservatorio ma viene venduta per 30mila euro al fratello che poi lo concede in affitto all’odierno imputato per 250 euro al mese. Infine il medico cede il 50 percento di due studi in via Cattaneo: uno è stimato tra 47mila e 72mila euro e viene venduto per 40mila e l’altro è stimato tra 188mila e 277mila ma viene venduto per 60mila. Il totale di 130mila euro è da pagare entro il 2021. Il secondo atto è del 23 marzo e contiene la cessione del 50 percento della nuda proprietà di un appartamento con garage a Cortina d’Ampezzo. L’altro 50 percento è già del fratello Stefano. La cifra pattuita è 30mila euro, l’osservatorio immobiliare fa una stima dell’immobile tra 1,4 milioni e 1,6. Pagamento entro il 2023. Nel mezzo, il 16 marzo, c’è un’operazione che coinvolge anche i genitori: i quattro sono cointestatari di un fondo di investimento da 1,2 milioni di euro. Il fondo viene chiuso e riaperto lo stesso giorno: nessuna differenza nella cifra ma nella nuova sottoscrizione non compare più l’imputato a cui però non è stata corrisposta la sua quota (300mila euro). Il pagamento dei 160mila euro avviene con due bonifici (130mila e 30mila) tra luglio e agosto su un conto corrente che Matteo Cagnoni ha aperto pochi giorni prima.

Ci sono poi gli accertamenti sui conti correnti. Per quello su cui sono confluiti i 160mila euro delle vendite immobiliari ha la delega a operare anche il fratello Stefano. Dopo il secondo bonifico vengono sottoscritti quattro fondi di investimento per un totale di 130mila euro. Al 22 settembre del 2016 il saldo riscontrato dalla Finanza è 29.400 euro: risultano due bonifici da 300 euro ognuno a favore del fratello stefano con causale “affitto mensilità luglio e agosto”.

L’imputato è poi intestatario di un altro conto corrente personale dal 2012 che secondo gli investigatori viene utilizzato per l’attività professionale: il saldo al 31 dicembre 2015 è in rosso di 60mila euro, il saldo al 21 settembre 2016 è in rosso di 59mila. C’è poi il conto di cui sono co-intestatari marito e moglie: nei primi nove mesi del 2016, cioè fino a quando Giulia è stata viva, vengono registrati ben 16 bonifici in entrata dai genitori di per un totale di 84mila euro Cagnoni (l’ultimo da 5mila euro il giorno precedente l’omicidio) . Causale: “Giulia Ballestri Leasing”.

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