Port’Aurea: 81 detenuti, metà stranieri, età media 39 anni, in due in celle da 9 mq

I Radicali visitano la casa circondariale di Ravenna: «Si vedono costanti miglioramenti»

Età media 39 anni, metà sono stranieri, metà hanno o hanno avuto problemi di abuso di droghe, la maggior parte sono in attesa di giudizio, gli altri stanno scontando pene che non superano i cinque anni per reati di spaccio o contro il patrimonio, celle da 9mq in cui vivono in due: è la fotografia sintetica della popolazione di 81 uomini detenuti alla casa circondariale di Ravenna, scattata dai Radicali in occasione di una visita in via Port’Aurea il 16 giugno. L’iniziativa rientra nell’ambito di una campagna portata avanti dal movimento a livello nazionale con una serie di ispezioni all’interno delle strutture carcerarie italiane «per ricordare una data drammatica che travolse 35 anni fa la vita di un uomo onesto e perbene, Enzo Tortora, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di lottare, con le armi della determinazione e della non violenza, per una giustizia giusta». Il carcere ravennate è uno dei 40 visitati finora in 14 regioni. La delegazione entrata nei corridoi dell’edificio era composta da Cesare Sama e Davide Amadori dei Radicali Italiani e da Lorenzo Corelli, storico esponente dei socialisti ravennati, che stamani, 21 giugno, hanno incontrato la stampa per un resoconto.

I tre delegati sono concordi nel ritenere di aver trovato una situazione positiva: «Abbiamo preso atto con piacere degli importanti e costanti miglioramenti che sono stati ottenuti negli ultimi anni». In particolare Sama ricorda la sua prima visita nel 2003: «Trovai un “Non Luogo Infernale” dove sopravvivevano in condizioni vergognose per un paese civile 180 detenuti assieme alle guardie carcerarie. La direttrice Carmela De Lorenzo e il suo staff, hanno cercato di organizzare molte attività all’interno della struttura per permettere ai detenuti di avere una possibilità nella vita di tutti giorni dopo aver scontato la pena». Ed è proprio questo l’aspetto che più viene elogiato: la casa circondariale è un luogo che cerca di aprirsi verso l’esterno anche grazie alla collaborazione dell’associazionismo locale per fare in modo che i detenuti non si sentano dimenticati e sappiano che c’è un modo dove potranno tornare e al tempo stesso i cittadini all’esterno conoscano quella realtà. «Ci auguriamo che sia sempre maggiore la disponibilità degli imprenditori per accogliere chi esce dalla detenzione e deve rientrare nel tessuto sociale».

Con l’appoggio delle istituzioni e del volontariato ravennati, «oggi nella casa circondariale di Ravenna esiste una biblioteca molto utilizzata, una piccola palestra, un campo da calcetto, un laboratorio di mosaico, un laboratorio per la panificazione, una scuola per ottenere la licenza media e per imparare l‘italiano e le lingue straniere, la possibilità di partecipare a dei corsi certificati di formazione lavorativa. Grande importanza viene data alla cultura, al teatro, alla recitazione, all’arte».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24