«Tornate a casa vostra»: insulti razzisti da un passante ai bambini del doposcuola

Episodio denunciato da uno degli animatori del Cre dell’associazione Città Meticcia: «In tanti anni non era mai successo, credo che sia cambiato il clima». Più controlli della polizia municipale al parco

Cittàmeticcia«Voi qui non potete starci, tornatevene a casa vostra. Quell’acqua non la potete bere, dovete morire tutti». A sentirsi rivolgere queste parole è stato un gruppo di bambini, soprattutto figli di stranieri, vicino alla fontana nel parco della Rocca Brancaleone di Ravenna la settimana scorsa. Non era mai successo prima ma forse qualcosa nel clima generale è cambiato e anche un episodio come questo può raccontarlo. A urlare un uomo di mezza età che era seduto su una panchina a mangiare e brandiva, peraltro, un coltello da cucina. I bambini erano quelli de “La scuola sotto gli alberi”, un doposcuola gestito dall’associazione Città Meticcia, la cui presidente Marinella Gondolini lo ideò anni fa, per offrire un’occasione a quei bambini che non possono permettersi Cre o corsi sportivi, soprattutto figli di stranieri che magari hanno bisogno di una mano con i compiti.

Da sempre si svolge alla Rocca Brancaleone grazie all’impegno di tanti volontari: mattina compiti, pomeriggio teatro con Matteo Cavezzali e Jenny Burnazzi. Ed è Cavezzali a raccontarci l’accaduto, dopo averlo denunciato su Facebook: «Per fortuna appena l’uomo si è allontanato è arrivata una pattuglia della polizia municipale a cui abbiamo raccontato l’accaduto e da allora passa almeno due volte al giorno a controllare la situazione, per fortuna non abbiamo più rivisto l’uomo. Ma a colpire è che non era mai successo prima, in tutti questi anni. Credo proprio che sia cambiato il clima e ormai c’è questo senso di impunità, lo abbiamo notato anche da altri atteggiamenti e comportamenti. Se fino a poco tempo fa era “non sono razzista, ma…”, ormai siamo al “sono orgogliosamente razzista”. Per fortuna c’è anche una buona notizia: i ragazzi volontari che scelgono di dare una mano sono sempre tantissimi».

E per fortuna, visto che i ragazzini, tutti dai sei agli undici anni, quest’anno sono addirittura una sessantina, a conferma di quanto sia un’iniziativa richiesta in città. E come ogni anno, si concluderà con lo spettacolo teatrale appositamente allestito, in scena sabato 28 luglio, naturalmente alla Rocca. «Lo scopo del laboratorio teatrale – conclude Cavezzali – è proprio quello di far capire ai bambini che essere diversi non è una cosa di cui vergognarsi, ma anzi una ricchezza per il gruppo».

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