Il 25 agosto i funerali di Pietro Barberini. Il ricordo delle istituzioni

Dal pomeriggio del 23 agosto la camera ardente. Il giornalista e studioso ricordato dal sindaco di Ravenna, dal sindaco di Bagnacavallo e dal Partito repubblicano

Pietro BarberiniI funerali di Pietro Barberini, giornalista e studioso di Ravenna e della Romagna morto a 67 anni per il rapido aggravarsi di una malattia, si terranno sabato 25 agosto. Per le 10.30 è previsto un ricordo alla chiesa di San Biagio. Dal pomeriggio di oggi, 23 agosto, è aperta la camera mortuaria. La scomparsa improvvisa del ravennate ha toccato molte personalità e istituzioni del territorio che con Barberini avevano avuto modo di confrontarsi e ragionare in più di un’occasione, anche pubblica.

Michele de Pascale, sindaco di Ravenna: «Mi unisco con grande tristezza, insieme a tutta l’amministrazione comunale all’unanime cordoglio. I valori di Barberini, la sua conoscenza della nostra storia e del nostro territorio, l’impegno nel mondo della cooperazione, la passione che naturalmente metteva in ogni cosa che faceva, hanno arricchito tutti coloro che lo hanno conosciuto o che ne hanno anche solo letto gli scritti. Tra i numerosi contesti culturali, professionali, politici e istituzionali nei quali è stato attivo, dando sempre il suo qualificato e originale contributo, mi fa particolarmente piacere ricordare il suo impegno in consiglio provinciale e comunale e, ultimo in ordine di tempo, il suo qualificato contributo nella commissione toponomastica del Comune di Ravenna».

Antonio Patuelli, presidente del gruppo La Cassa: «La nostra amicizia iniziò in epoca liceale, alla fine degli anni Sessanta, negli incontri alla Tipografia Moderna, nella vecchia sede di via D’Azeglio angolo piazza Kennedy, al piano terreno di Palazzo Rasponi dalle Teste: ambedue animavamo diversi giornali studenteschi e locali che a quel tempo (senza computer) necessitavano di composizioni più complesse in tipografia. Pietro, anche negli anni della contestazione, fu sempre rispettoso delle idee di tutti, anche se fortemente convinto delle proprie, quale erede della tradizione mazziniana anche fra le più giovani generazioni. Il nostro punto di incontro costante era la Costituzione della Repubblica».

Stefano Ravaglia e Eugenio Fusignani, segretari comunale e provinciale del Pri: «Da sempre repubblicano, Pietro entrò giovanissimo nella Fgr di cui fu segretario provinciale e vice nazionale. Stimato dirigente di partito venne eletto consigliere provinciale nel 1983. Attualmente, oltre che membro delle direzioni provinciale e comunale, era soprattutto il direttore de La Voce di Romagna. Giornalista pubblicista, è stato il punto di riferimento per la stampa a Legacoop, dove ha diretto per anni l’ufficio stampa. Con lui se ne va un uomo retto, leale e onesto. Una persona perbene che sapeva portare nell’impegno politico il valore della sua grande cultura e della sua vivace intelligenza. Fu Repubblicano autentico, coerentemente mazziniano nei valori e lamalfiano nella concezione della politica».

Eleonora Proni, sindaca di Bagnacavallo: «Pietro è stato un bagnacavallese che con il suo lavoro di giornalista, studioso, saggista e cooperatore ha dato tanto al nostro territorio, che amava molto e alla cui conoscenza ha contribuito in maniera importante attraverso la ricerca e l’impegno».

Brunello Cavalli, presidente Sbc Edizioni: «Conoscevo Pietro Barberini da tanti anni e la nostra conoscenza, nata per ragioni professionali è diventata presto profonda amicizia. Con lui ho condiviso tanti momenti succedutisi a Ravenna in oltre un trentennio. Con la Sbc edizioni ha pubblicato alcuni saggi legati al territorio e alla storia della Romagna di cui era attento studioso. Con lui stavamo sviluppando una serie di progetti editoriali che ora, purtroppo, resteranno tra le cose che si volevano fare».

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